Diciotto miliardi di euro in meno di un mese per quattro decreto «ristori». E un quinto già si prepara a gennaio. E non è detto che sarà l’ultimo, dato che la pandemia continuerà richiederà nuove chiusure. Domenica notte il governo ha approvato un nuovo tassello della sua politica di risarcimento per le categorie colpite dalle quarantene per limitare la mobilità della popolazione, e quindi la diffusione del Covid: il «ristori quater». Il provvedimento si aggiunge alle misure che si sono accumulate nelle commissioni Bilancio e Finanze del Senato ponendo anche un problema di discussione mentre gli interventi del governo si sono moltiplicati in maniera esponenziale. Anche questo decreto è un «omnibus» composto da centinaia di misure talvolta lontane dall’obiettivo originario di rinvio delle scadenze fiscali. Il valore complessivo del nuovo «ristoro» è di otto miliardi di euro finanziato dallo scostamento di bilancio votato la settimana scorsa dal parlamento.

Le misure fiscali previste permetteranno lo slittamento al 10 dicembre degli acconti in scadenza il 30 novembre Irpef, Ires e Irap per le imprese. Un mini rinvio utile per rifare i calcoli delle perdite del primo semestre e vedere chi rientra nella nuova scadenza di fine aprile, prevista per quelle attività (entro i 50 milioni) che abbiano registrato cali di fatturato di almeno il 33%. Per ristoranti delle zone arancioni e rosse e per tutte le attività chiuse nelle zone rosse indicate tra i codici Ateco per l’accesso al fondo perduto (allargato anche agli agenti di commercio) il rinvio si applicherà a prescindere dai limiti di fatturato e di perdite, estendendo la norma attualmente prevista per i soggetti Isa di queste aree. Previsto anche uno slittamento per la dichiarazione dei reddito del modello «Redditi» (che un tempo si chiamava «Unico»).

Prosegue inoltre la distribuzione dei bonus occasionali e temporanei, senza una visione d’insieme del Welfare, per alcune categorie di partite Iva e collaboratori. Stanziati mille euro «una tantum» agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo in possesso di determinati requisiti, agli stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato il rapporto di lavoro involontariamente, agli intermittenti e agli incaricati di vendite a domicilio. Ottocento euro andranno ai lavoratori del settore sportivo con rapporti di collaborazione con il Coni, il Cip, Per tutti gli altri nulla, Se ne riparlerà probabilmente tra un paio di mesi quando – con il quinto decreto «ristori»- i bonus saranno estesi a tutte le attività con perdite indipendentemente dalle chiusure per Dpcm, riequilibrando i contributi per le attività sull’intero secondo semestre e non più aprile 2019-aprile 2020. Il governo sta pensando a un meccanismo di perequazione per garantire ai lavoratori autonomi, ai professionisti iscritti agli ordini professionali e agli agricoltori di accedere a un’integrazione degli aiuti a fondo perduto stanziati nel 2020.

È da questo fondo che dovrebbero arrivare le risorse per finanziare un pacchetto di misure per le partite Iva individuali annunciate dal viceministro all’economia Antonio Misiani che ha parlato di un meccanismo più generale di sostegno al mondo del lavoro autonomo, una forma di sostegno a un mondo che non ha cassa integrazione o altri strumenti di protezione sociale che tutelano il lavoro dipendente».