Diciotto calciatori positivi. Ventinove contagiati nel club sino a due giorni fa, tra atleti e staff. Impensabile giocare una partita in queste condizioni, il Covid-19 è più forte ma stavolta vince il buonsenso, il calcio viene dopo. Giusto? Non è invece andata così nell’ennesima folle puntata del pallone italiano che ha visto la Reggiana (Serie B), devastata dal virus, non scendere in campo contro la Salernitana.

La Lega di Serie B, nonostante il flusso senza sosta di positivi durante la settimana tra i reggiani, ha incredibilmente scelto il silenzio. Niente rinvio della gara, neppure di 24 ore, come invocato dalla Reggiana. E’ in arrivo la sconfitta a tavolino. Si doveva giocare, perché lo scellerato protocollo Uefa, adottato anche dalla Serie A, dispone che un club con più di dieci positivi possa chiedere il rinvio di una gara solo in un’occasione.

La Reggiana si era già giocata il jolly nello scorso turno con il Cittadella. E quindi, in campo. La salute dei calciatori, delle famiglie, degli avversari, diventa un dettaglio. Salernitana-Reggiana è sul tavolo del calcio italiano da diversi giorni. La Lega di B avrebbe, esercitando un pizzico di buonsenso – davvero il minimo sindacale in un Paese che nelle ultime settimane ha visto decuplicare il numero di positivi – potuto rinviare la partita. Era d’accordo anche la Salernitana di Claudio Lotito, c’era un filo rosso, causa pandemia, tra i due club, nella consapevolezza che una situazione del genere nelle prossime settimane potrebbe capitare quasi in ogni società.

E invece, nulla, partita confermata alle 16 di ieri, non giocata. Inevitabile sconfitta a tavolino. Anche se la Reggiana avrebbe inviato una Pec in Lega di B, in allegato i biglietti del treno, ricevute dell’albergo prenotato e i dettagli sull’organizzazione della trasferta in Campania. E pure il provvedimento emesso dalla responsabile sanitaria dell’Asl di Reggio Emilia che impone il divieto tassativo di muovere la squadra dall’isolamento.

Come avvenne per il Napoli, bloccato dalle autorità sanitarie per potenziale focolaio, a pochi minuti dal volo per Torino: Juventus-Napoli non disputata e, per ora, sconfitta e penalizzazione ai campani.

E come su Juve-Napoli, la federcalcio ha scelto la via del silenzio. E mentre nel protocollo sanitario ora compare la possibilità di eseguire dei test rapidi il giorno della gara, appare incredibile, insensato, come le istituzioni del pallone restino a guardare, non posticipando una partita che riguarda una squadra con 18 positivi. Certo, la marcia indietro significherebbe ammettere, come riflette Angelo Carotenuto sulla sua newsletter Lo Slalom, che quel protocollo sanitario non salvaguarda dai contagi, non tutela i principi di lealtà e sportività. Consuma la credibilità dei campionati.

Ovviamente se il cluster avesse toccato un top club di Serie A moto popolare avrebbe pressato per il rinvio della partita, con interventi di dirigenti, politici, virologi. Invece, il silenzio: era solo Salernitana-Reggiana.