La Ue ha deciso di venire in aiuto all’Ucraina, stanziando nei prossimi due anni, sotto il controllo dell’Fmi, 11 miliardi di euro, che se tradotti in dollari sono l’equivalente dei 15 milioni che Putin ha tagliato a Kiev dopo lo scoppio della rivolta. L’Europa dell’austerità ha trovato 3 miliardi nel proprio bilancio, oltre a 8 miliardi che verranno dalla Bei e dalla Berd. Ci saranno investimenti per modernizzare il transito di gas in Ucraina, oltre a una liberalizzazione dei visti. Oggi, ai margini del Consiglio straordinario dei capi di stato e di governo della Ue dedicato alla crisi in Ucraina, dovrebbe venire pubblicata una lista di 18 personalità ucraine del vecchio regime, a cui verranno congelati gli averi, “sanzioni mirate” che potrebbero riguardare anche l’ex presidente Viktor Yanukovich. Una missione Osce è in partenza per l’Ucraina, con la presenza di rappresentanti di 15 paesi, tra cui gli Usa.

Ieri, Parigi è stata al centro delle trattazioni diplomatiche. Era in programma un incontro internazionale sul Libano, ma l’Ucraina ha preso il sopravvento. Germania e Francia hanno presentato una proposta comune di piano di uscita dalla crisi. Parigi e Berlino chiedono a Kiev la formazione di un governo di unione nazionale e alle truppe russe di ritirarsi nelle caserme in Crimea. A Kiev e a Mosca chiedono la dissoluzione di tutte le milizie estremiste, da una parte e dall’altra. All’Ucraina chiedono di tornare alla Costituzione del 2004 e di indire al più presto elezioni presidenziali trasparenti. Il ministro degli esteri, Laurent Fabius, ha ricevuto il suo omologo ucraino, Andrii Deshshytsia, invitato a sorpresa a Parigi. Ai margini del pranzo offerto da Hollande all’Eliseo, il segretario di stato Usa, John Kerry, ha avuto un primo colloquio con il ministro degli esteri russo Serguei Lavrov dall’intervento russo in Crimea, seguito da un nuovo incontro in serata. Kerry insiste perché ci siano “colloqui diretti” Russia-Ucraina. C’è stato nel pomeriggio un incontro allargato tra Kerry, Lavrov, Fabius e il ministro degli esteri tedesco, Frank Walter Steinmeier. Deshshytsia ha visto Kerry, assieme a William Hague, ministro degli esteri britannico. Ma Lavrov ha rifiutato di incontrarlo: secondo l’ambasciata ucraina, il ministro ha lasciato immediatamente Parigi, ma gli Usa hanno smentito la notizia.

La Germania continua ad insistere sulla necessità di creare un “gruppo di contatto” per trovare una soluzione ed evitare un’escalation. Per Hollande, “il ruolo della Francia e dell’Europa in queste circostanze è di esercitare tutta la pressione necessaria, ivi compreso il ricorso a sanzioni, per trovare la via del dialogo e arrivare a una soluzione politica alla crisi”. Il portavoce di Angela Merkel ha ieri chiesto a Mosca di “non destabilizzare l’Ucraina” e ha insistito sul fatto che il tempo stringe per trovare una soluzione. Per il momento la Germania frena sulle sanzioni (come la Gran Bretagna) e oggi Sigmar Gabriel, ministro dell’economia e numero due del governo a Berlino, sarà a Mosca, per una visita “prevista da tempo”, precisano i tedeschi. Parlerà soprattutto di affari, di “politica energetica e di sviluppo economico” (gli scambi tra Germania e Russia hanno raggiunto i 76 miliardi di euro, il 31% del gas e il 35% del petrolio usati in Germania vengono dalla Russia, 6mila imprese tedesche hanno investimenti in Russia e 200mila posti di lavoro in Germania dipendono dagli scambi con Mosca).

Ieri, c’è stata a Bruxelles una nuova riunione della Nato, tra gli ambasciatori dei 28 paesi membri e il rappresentante russo. La vigilia, un comunicato aveva accusato la Russia di continuare a “violare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e di mancare ai propri obblighi internazionali”. Non c’è per ora nessun piano di intervento militare della Nato, ma gli Usa hanno deciso di intensificare l’addestramento aereo congiunto con la Polonia e ai aumentare la partecipazione alla protezione dello spazio aereo dei paesi baltici, ha reso noto il segretario alla Difesa, Chuck Hagel. Secondo un giornale locale statunitense, l’ex segretaria di stato Hillary Clinton avrebbe paragonato Putin a Hitler, affermando che il presidente russo sta adoperando gli stessi argomenti che aveva usato Hitler per invadere i paesi vicini in nome della difesa dei cittadini tedeschi. In gioco c’è il G8: Obama potrebbe non andare a Sochi a giugno, mentre il segretario al Tesoro, Jacob Lew, ha affermato di fronte al Congresso che “la Russia è fuori posto al G8”.