Un Fondo per capire la Cina
Incontri Un seminario per ricordare Edoarda Masi e per presentare la raccolta di libri e riviste che ha lasciato alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano
Incontri Un seminario per ricordare Edoarda Masi e per presentare la raccolta di libri e riviste che ha lasciato alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano
Pubblichiam uno stralcio della relazione che sarà presentata al convegno in corso a Milano dedicato alla costituzione del «Fondo Edoarda Masi» che raccoglie la produzione e i materiali legati al lavoro della storica collaboratrice de «il manifesto»
Partirei dal fondo Masi, che è l’occasione per cui oggi ci troviamo qui a parlare di Edoarda. Questi 2527 volumi, dalla Cina e sulla Cina, in cinese, italiano, francese, inglese e russo erano la sua casa, l’anima della sua casa. Ricoprivano le pareti dello studio, e non solo, disposti su una teoria di scaffali, che Edoarda si era per buona parte montata da sé, da terra fino al soffitto. I libri erano spesso in doppia fila, se non in tripla.
Prenderli e riporli negli infiniti scatoloni è stata un’operazione straziante, poi sono rimasti solo i ripiani, imbarcati dal peso che avevano sopportato per anni. La casa era come sventrata. Ma ora i volumi sono tutti qui, ordinati e catalogati dal lavoro paziente e accurato del catalogatore, il signor Cinotto, sono qui in questo luogo prezioso e ovattato dove Edoarda ha lavorato come bibliotecaria per anni. Come da sue disposizioni sono stati raccolti in questo fondo importante che porta il suo nome, accolto dalla Biblioteca Nazionale Braidense.
Il fondo è aperto alla consultazione, tutti i libri sono schedati e reperibili nel catalogo informatizzato accessibile via rete (Opac). Non solo, le bibliotecarie hanno iniziato un lavoro impegnativo di scansione del frontespizio e, ove possibile, dell’indice dei volumi in cinese, che comparirà in un link apposito a lato della scheda Isbn, di modo che la consultazione online sia oltremodo agile per chi conosce il cinese. A questo proposito bisogna ringraziare la dott. Laura Zumkeller e i suoi solerti collaboratori.
Il settore disciplinare più rappresentato nel fondo è quello letterario: si va dai classici della letteratura cinese alla narrativa contemporanea, passando per numerosi studi dedicati a vari autori e generi letterari. L’opera sulla quale è disponibile il maggior numero di documenti è lo Honglou meng (Il sogno della camera rossa), mentre Lu Xun, il padre della letteratura cinese moderna – tradotto, studiato e amato da Edoarda – domina su tutti gli autori, con circa ottanta titoli inseriti nel catalogo, senza contare gli studi a lui dedicati. L’opera completa di Lu Xun compare in almeno due edizioni.
Sono presenti le opere di numerosi altri scrittori del secolo scorso, tra cui Mao Dun, Guo Moruo, Lao She, Ba Jin, Lin Yutang, Wang Guowei; tra quelli contemporanei si possono citare, tra i tanti, Mo Yan e Bei Dao. Per quanto riguarda la letteratura cinese, esiste nel fondo una bibliografia molto ricca delle traduzioni in italiano (ma anche in inglese e francese).
Ben rappresentati sono il pensiero cinese antico, la filosofia e la storia; soprattutto per quanto riguarda quest’ultima, i testi abbracciano un arco temporale estremamente ampio, dalla più remota antichità a oggi.
Una parte cospicua del fondo è costituita da libri pubblicati nella Repubblica popolare cinese tra l’inizio degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta: tra questi anche alcune edizioni degli scritti di Mao Zedong, oltre ad altri testi dedicati alle vicende politiche della Cina, ad esempio alcuni documenti del periodo della Rivoluzione culturale.
La maggior parte dei volumi è stata pubblicata nella Repubblica popolare cinese, ma sono in buon numero quelli pubblicati a Hong Kong e a Taiwan.
Nelle teche di questa sala sono esposti alcuni esemplari che raccontano la ricchezza e la varietà del catalogo: un’edizione de Il sogno della camera rossa in russo; immancabili: un’edizione in cinese dello stesso romanzo e l’opera completa di Lu Xun (sedici volumi), le poesie manoscritte di Lu Xun; la collezione di incisioni cinesi moderne su legno di Lu Xun, ma anche libri per bambini, raccolte di scritti di Mao, una raccolta di testi del periodo della campagna «Critichiamo Lin Biao, critichiamo Confucio» (pi Lin pi Kong) (che dal 1973 si protrasse fino al 1976), come pure libri rari e curiosi, almeno nel panorama italiano, come un’edizione in cinese del romanzo neorealista del 1949 L’Agnese va a morire scritto da Renata Viganò oppure un testo sulla comunità ebraica di Harbin. Come forse è già emerso, il fondo è un tesoro prezioso anche per i non-sinologi, per chi ha sete di sapere o curiosità sulla Cina, sulla sua cultura, letteratura, storia, filosofia. Un esempio: la collezione dei volumi di Scienza e civiltà in Cina di Joseph Needham (1900-1995) in lingua originale.
E poi ci sono tutte le opere di Edoarda. Prima di soffermarci brevemente su questo punto, mi preme ricordare gli altri fondi in Italia che ospitano parte della biblioteca cinese di Edoarda, che vantava anche una collezione ampia di riviste cinesi e non solo (penso ad esempio a Jintian/Today pubblicata in Europa). Le riviste sono state distribuite, sempre per volontà di Edoarda, tra le Università di Milano Statale, l’Università di Torino (Dipartimento di orientalistica) e l’Università di Bologna. Inoltre, il Centro Studi Franco Fortini di Siena ha un archivio con parte del carteggio tra Masi e Fortini e altro materiale (manoscritti delle traduzioni e delle opere, appunti).
Dicevamo delle opere di Edoarda. Alcune sono difficilmente reperibili, come Il libro da nascondere del 1985 di Marietti, che nel 1986 le valse il premio speciale della Giuria nella seconda edizione del Premio letterario nazionale Rapallo per la donna scrittrice. (…)
O ancora Ritorno a Pechino (Feltrinelli, 1993) e Per la Cina (Mondadori, 1978); le edizioni americane e tedesche delle sue opere, ad esempio China Winter (Per la Cina) uscita per Dutton (New York) nel 1982 o Die chinesische Herausforderung (La contestazione cinese) pubblicato da Rotbuch/Wagenbach (Berlino) nel 1972.
È il caso di ricordare le docenti e ricercatrici dell’Orientale di Napoli (Lucia Caterina, Annamaria Palermo, Paola Paderni, Sandra Marina Carletti) che hanno omaggiato Edoarda in una giornata di studio il 14 e 15 maggio 2012 e che stanno costruendo una bibliografia completa delle sue opere, ivi compresi anche i numerosissimi articoli e saggi comparsi su riviste italiane francesi, tedesche, inglesi e persino giapponesi.
Da questo primo accenno all’opera di Edoarda Masi emerge chiaramente la sua statura internazionale, rinsaldata dalla corrispondenza e dal dialogo assiduo con sinologi, studiosi e intellettuali europei e non solo. A tale proposito, do lettura del messaggio ricevuto pochi giorni fa del filosofo Istvan Meszaros indirizzato a tutti i presenti. Meszaros è un filosofo marxista di origine ungherese, che ha lasciato il suo paese dopo la rivoluzione dell’ottobre del 1956, vivendo per un periodo a Torino. Questo signore, che Chávez ha definito «señalador de caminos», scrive: «A causa delle mie precarie condizioni di salute, purtroppo non potrò essere tra voi a Milano in occasione dell’evento che avete organizzato per la mia Grande Amica Edoarda Masi. La prego di voler portare ai presenti la mia sconfinata ammirazione per il lavoro di Edoarda, per la sua integrità umana e per la coerenza delle sue posizioni politiche. Auguro a voi tutti di portare avanti grandiosamente ciò a cui lei si dedicava con passione, in modo da preservare per le giovani generazioni l’eredità del vero spirito di Edoarda Masi».
* Ricercatrice di lingua e letteratura cinese all’Università di Milano Bicocca
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