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Pasquini (Unione inquilini): «Bisogna definire un piano di edilizia residenziale pubblica»

Pasquini (Unione inquilini): «Bisogna definire un piano  di edilizia residenziale pubblica»Protesta contro il caro affitti a Bologna

Blocco degli sfratti Il sindacato degli inquilini difende il diritto all’abitare dal 1968. «Serve un piano di edilizia residenziale pubblica finanziato dal Recovery Fund», dice Massimo Pasquini, segretario nazionale.

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 24 dicembre 2020

Perché è necessario prorogare il blocco degli sfratti?

È in corso un’emergenza sanitaria e non sappiamo come evolverà. Pensare di mettere le famiglie per strada senza alcuna alternativa è una follia. I proprietari che hanno sentenza esecutiva hanno diritto a rientrare in possesso della casa, ma c’è prima una questione sociale: i comuni non possono assistere gli sfrattati con un passaggio da casa a casa o altri meccanismi. Gli sfratti aggraverebbero anche la situazione sanitaria. Adesso la proroga deve essere usata per definire un piano nazionale pluriennale di edilizia residenziale pubblica finanziato dal Recovery Fund e dai 970 milioni di euro ex Gescal ancora inutilizzati. Altrimenti tra sei mesi saremo da punto a capo.

Confedilizia ha parlato di «una decisione da irresponsabili, dovuta anche a sindacati degli inquilini interessati all’ideologia». Ce l’ha con voi.

Ideologia è quella liberista per cui le persone non contano nulla e possono essere sfrattate durante il Covid-19, rischiando di prendere il virus insieme a ufficiali giudiziari e forze dell’ordine. Confedilizia non fa nessuna proposta alternativa: chiede solo sfratti. Li avrebbe fatti anche tra marzo e dicembre.

La pandemia come sta impattando su chi vive in affitto?

Ci sono dati terribili per quanto riguarda la richiesta dei contributi affitto. Almeno 600mila inquilini hanno chiesto da marzo a oggi questo sostegno. 65mila famiglie in Campania, 85mila nel Lazio, 18mila in Veneto, 17mila solo a Milano. Le richieste sono triplicate. Tra questo e i buoni spesa abbiamo un’idea dell’impoverimento generale scaturito dalla pandemia. La povertà non è un’invenzione, come pensa Confedilizia.

Le misure del governo sono all’altezza?

La situazione attuale è figlia di politiche liberiste di lungo corso: poche case popolari e scarsi aiuti all’affitto. È positivo che questo governo abbia aumentato i fondi per contributo affitto e morosità incolpevole. Il problema è quali politiche abitative pubbliche adottiamo. Il Recovery Fund è un possibile strumento per interventi strutturali senza consumo di suolo, per valorizzare socialmente ciò che è abbandonato, aumentare la disponibilità di case popolari e rispondere alle 650mila famiglie in graduatoria e agli sfrattati. I comuni sono terrorizzati dalla massa di sfratti che potrebbero arrivare: non hanno strumenti, anche per colpa loro. Non dobbiamo usare i soldi in arrivo per politiche tampone, ma per interventi strutturali.

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