Nel 2014, poche settimane dopo il lancio dell’Asia Infrastructure investments Bank (Aiib) banca d’investimento a guida cinese, con soci fondatori asiatici, l’Australia, data in procinto di entrare fin da subito nella nuova istituzione, si era improvvisamente tirata indietro. I motivi riportati dal governo australiano riguardavano alcune regole della banca. La Cina sarebbe stata «poco trasparente» e quindi per l’Australia non era possibile partecipare al progetto. Ovviamente tutti sapevano la reale motivazione del diniego australiano: si erano messi in mezzo gli Stati uniti, preoccupati della nascita di una sorta di Banca mondiale a guida cinese. Insieme a Washington si era irritata...