150 organizzazioni italiane e internazionali chiedono lo stop delle navi-quarantena
L'appello Il documento condiviso e sottoscritto da circa 150 organizzazioni italiane e internazionali a cui si sono associati docenti universitari, filosofi e operatori umanitari per chiedere al Ministero dell’Interno, al Ministero dei Trasporti, al Ministero della Salute, al Dipartimento della protezione civile di chiudere il modello di gestione della quarantena con le navi
L'appello Il documento condiviso e sottoscritto da circa 150 organizzazioni italiane e internazionali a cui si sono associati docenti universitari, filosofi e operatori umanitari per chiedere al Ministero dell’Interno, al Ministero dei Trasporti, al Ministero della Salute, al Dipartimento della protezione civile di chiudere il modello di gestione della quarantena con le navi
“La tutela del diritto alla vita e alla salute non può variare in funzione della nazionalità e della provenienza”. Ong, associazioni, studiosi e ricercatori sottoscrivono il documento con le proposte per rendere il sistema di accoglienza sicuro e dignitoso.
“Il trattenimento a bordo di unità navali per lo svolgimento del periodo di sorveglianza sanitaria delle persone soccorse in mare o sbarcate autonomamente in Italia rappresenta una limitazione delle libertà di movimento delle persone e una violazione del divieto di discriminazione, poiché si attua con modalità differenziate per i soli cittadini stranieri in percorso migratorio e senza alcuna trasparenza e informazione a riguardo.”
Questa la prima denuncia evidenziata dal documento “Criticità del sistema navi-quarantena per persone migranti: analisi e richieste”, condiviso e sottoscritto da circa 150 organizzazioni italiane e internazionali a cui si sono associati docenti universitari, filosofi e operatori umanitari per chiedere al Ministero dell’Interno, al Ministero dei Trasporti, al Ministero della Salute, al Dipartimento della protezione civile di chiudere il modello di gestione della quarantena con le navi e migliorare e rafforzare il sistema di accoglienza e di impegnarsi ad introdurre misure che rispettino la sicurezza, la salute e i diritti di tutte le persone coinvolte, senza alcun tipo di discriminazione.
LE RICHIESTE AL GOVERNO
Le realtà firmatarie chiedono che vengano dismesse le navi quarantena, che sembrano rispondere più a paure indotte che a criteri di una gestione sicura, ragionevole e umana dell’epidemia e dei flussi migratori e reinvestiti i finanziamenti previsti nell’adeguamento dei centri di accoglienza a terra; e che, nel mentre, vengano fornite comunicazioni pubbliche ed esaustive sulla situazione a bordo delle navi, rendendo trasparenti e pubbliche le procedure adottate in particolare nei confronti dei minori e di persone anche con gravi vulnerabilità. Il documento inoltre pone l’attenzione sulla necessità di garantire un’adeguata informazione legale e sanitaria a tutte le persone attualmente presenti sulle navi e l’impegno formale affinché non vengano più trasferite sulle navi anche persone già presenti sul territorio. Infine, chiedono che venga sospesa la prassi della consegna dei decreti di respingimento differito e delle espulsioni consegnate al momento dello sbarco.
LE EMERGENZE SANITARIE
Consapevoli delle difficoltà della situazione attuale, non si mette in dubbio lo strumento della quarantena precauzionale, ma, esattamente per questo, molti sono i dubbi sull’efficacia di tale modello in termini di contenimento del contagio. Gestire centinaia di persone in un grande luogo chiuso dove vengono isolati sia casi positivi che persone in quarantena precauzionale, dove è impossibile applicare il distanziamento e l’isolamento completo dei casi positivi ed è problematico l’immediato trasferimento in ospedale in caso di necessità, non è un modello né auspicabile né necessario. Secondo vari esperti, la soluzione migliore sarebbe sottoporre le persone in brevissimo tempo a tampone per poi provvedere a farli sbarcare in luoghi idonei a terra. Alle problematiche legate alla diffusione del virus, si aggiungono anche le preoccupazioni circa l’acuirsi delle situazioni di salute pregresse, di disagio psicologico e rischio di ritraumatizzazione che le misure di quarantena a bordo possono provocare su individui che hanno spesso già subito eventi traumatici di varia natura, violenze, privazioni e torture. Nel solo mese di ottobre sono stati segnalati sui giornali diversi casi di persone che hanno cercato la fuga gettandosi in mare dalle navi e sono giunte notizie anche di atti di autolesionismo a bordo delle stesse navi.
LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI
L’uso delle navi quarantena è progettato per essere imposto esclusivamente alle persone non italiane in percorso migratorio comportando una limitazione delle libertà di movimento delle persone: una modalità fortemente discriminatoria. Isolate dal mondo, le testimonianze delle persone trattenute a bordo raccontano di una assenza di cura, oltre che della mancanza di ogni tipo di informativa legale, di possibilità di contattare avvocati, medici di fiducia o associazioni sul territorio. Le unità navali sembrano essere utilizzate come “hotspot galleggianti” per operare la selezione arbitraria e preventiva tra richiedenti asilo e migranti economici e come CPR nel predisporre rimpatri. Un caso di gravissima violazione dei diritti si è verificato, fino alla prima metà di ottobre 2020, col trattenimento a bordo dei minori soli. Sempre nel mese di ottobre, inoltre, è venuta alla luce attraverso diverse segnalazioni la pratica di prelevare persone straniere già presenti nei centri di accoglienza, anche da molti mesi, per trasferirle sulle navi-quarantena. Azioni illegali che sembrano essere state abbandonate ma senza alcuna certezza pubblica.
GLI ASPETTI ECONOMICI
L’analisi condotta nell’estensione del documento evidenzia, inoltre, come le navi-quarantena siano state reperite sul mercato a mezzo di avvisi pubblicati dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti, con procedure accelerate. Non è possibile calcolare il costo complessivo di questa operazione, non tanto e non solo in termini economici, quanto anche in termini di oneri di sicurezza e di ulteriori oneri di assistenza sanitaria derivanti dalla necessità di operare in mare anziché a terra. Tuttavia, ricostruendo i dati in base ad avvisi del Ministero dell’Interno, sappiamo che il costo delle strutture a terra è di 30-40 euro al giorno per migrante; lo stesso servizio in mare, sulla base degli avvisi e del disciplinare tecnico pubblici, sembra assestarsi sui 150-200 euro pro die per ciascun ospite. Una chiara e incredibile sproporzione e, ancora una volta anche su questo, una mancanza assoluta di informazioni e di trasparenza.
LE CONSEGUENZE SOCIALI
L’utilizzo delle navi-quarantena solo per persone migranti non fa che accrescere in Italia la stigmatizzazione nei confronti di una specifica popolazione. A novembre 2020 su 2448 persone sulle navi solo 197 erano positivi al covid-19, l’8% (con contagi avvenuti prevalentemente nei contesti di promiscuità vissuti durante il viaggio). Al dibattito allarmista e totalmente infondato sui rischi di salute pubblica posti dall’arrivo dei “migranti-untori” si aggiungono adesso le paure indotte dall’utilizzo di un modello di quarantena “con maggiore sicurezza” dichiarato come necessario per i soli migranti sbarcati sulle nostre coste, nonché la vergognosa retorica populista e xenofoba di chi denuncia il privilegio concesso ai migranti di trascorrere la quarantena su navi dotate di bar, piscina e cinema.
“Il diritto alla vita e il diritto alla salute non possono variare in funzione della nazionalità e della provenienza. Rafforziamo e miglioriamo un sistema di accoglienza che sia sicuro e dignitoso”, questa la richiesta di tutti i firmatari uniti nella sottoscrizione del documento “Criticità del sistema navi-quarantena per persone migranti: analisi e richieste” di cui si chiede la massima condivisione.
Per ulteriori adesioni compilare il form a questo link.
ADESIONI:
Coordinamenti nazionali
AOI/Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (di cui fanno parte 136 Organizzazioni e coordinamenti)
CISPM – Coalizione Internazionale Sans Papiers e Migranti
COP – Consorzio Ong Piemontesi (di cui fanno parte 33 organizzazioni)
FOCSIV – Federazione Organismi Cristiani per il Servizio Internazionale Volontario (di cui fanno parte 87 Organizzazioni)
Piattaforma ONG/OSC italiane Mediterraneo e Medio Oriente (di cui fanno parte 35 organizzazioni)
Rete Italiana Antifascista e Movimento Antirazzista Italiano
UNIRE/Unione Nazionale Italiana per i Rifugiati ed Esuli
Reti, associazioni locali, regionali, nazionali e internazionali aderenti
Forum Antirazzista Di Palermo
Cooperazione Internazionale Sud Sud/ CISS
Medici Senza Frontiere Italia /MSF
ACS Italia/Associazione di Cooperazione e Solidarietà
ADIF/ Associazione Diritti e Frontiere
ADDUMA/Avvocati dei Diritti Umani – Palermo
Amref Health Africa
Antigone Sicilia
ARCS-ARCI Culture Solidali APS
Arci Porco Rosso – Palermo
Arci Palermo
Arci Sicilia
ArteMigrante – Palermo
ASGI/Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
Assemblea permanente antirazzista e antifascista – Vicofaro, Pistoia
Associazione Antimafie “Rita Atria” – Palermo
Associazione Nazionale per la Pace
Associazione per la Pace – Padova
Associazione Psicologi nel Mondo-Torino
A-Sud – Sicilia
A-Sud
AUCI/Associazione Universitaria per la Cooperazione Internazionale – Roma
Baobab Experience – Roma
Basta Violenza alle Frontiere
Biblioteca Ibby – Lampedusa
Bocs – Circolo Arci Bagheria
Booq Palermo
borderline-europe
Borderline Sicilia
Bozen Solidale
CarovaneMigranti
Casa della Cooperazione Circolo Arci – Palermo
CCM/Comitato Collaborazione Medica
CEFA – Il seme della solidarietà Onlus
Centro Diaconale La Noce – Istituto Valdese – Palermo
Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci” – Palermo
CESIE | Centro studi e iniziative europeo
CISP/Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli
CIAI/Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
CLEDU/Clinica Legale per i Diritti Umani Università di Palermo
Collettivo Ujamaa – Torino
Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani
Comitato Antirazzista Cobas – Palermo
Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos
COSPE ONLUS
CRIC/Centro Regionale di Intervento per la Cooperazione
Danish Refugee Council Italia
EducAid – Ong
Emergency Onlus Ong- Italia
Emmaus Italia
Emmaus Palermo
Eufemia APS – Associazione culturale
eXtinction Rebellion Palermo
eXtinction Rebellion Sicilia
Focus On Africa
Fondazione De La Salle Solidarietà Internazionale Onlus
Forum Lampedusa Solidale
Gambian Association Palermo
Giocherenda Palermo
Green Italia
Human Rights Youth Organization/HRYO
Ikenga – Circolo Arci – Palermo
Il Grande Colibrì
Il Manifesto
INTERSEZIONALE
Jekafò – Palermo
Laboratorio Andrea Ballarò – Palermo
Laici Comboniani Comunità La Zattera Palermo
LasciateCIEntrare
L.A.W. International / Legal Assistance Worldwide International
Legambiente Sicilia
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Liberazione queer+ Messina
Linea d’Ombra – Organizzazione di Volontariato – Trieste
MAIS/movimento per l’Autosviluppo l’Interscambio e la Solidarietà Ong
Maghweb – Palermo
Mare memoria viva associazione – Palermo
Mater Africa Per la Cooperazione Internazionale Onlus
Médecins du Monde – Missione Italia
Medici contro la Tortura
Mediterranea Saving Humans
MIR Palermo
Moltivolti – Palermo
Movimento Shalom Onlus – Pisa
NAGA – ODV PER L’ASSISTENZA SOCIOSANITARIA E PER I DIRITTI DI CITTADINI STRANIERI, ROM E SINTI – Milano
Nena News – Agenzia Stampa vicino Oriente
Next – Nuove Energie X il Territorio – Palermo
Niofar – Associazione dei giovani Senegalesi – Palermo
Ospiti in arrivo Onlus – Udine
Osservatorio contro le discriminazioni razziali “Nouredine Adnane” – Palermo
Osservatorio Solidarietà – Milano
Palermo Pride
Pellegrino della Terra – Palermo
Proactiva Open Arms
Progetto Diritti Onlus
Progetto Melting Pot Europa
Psicologi per i diritti umani
Rainbow4Africa
Refugees Welcome – Gruppo territoriale di Palermo
Rete antirazzista catanese
RE.TE Ong – Associazione di tecnici per la solidarietà e la cooperazione internazionale
Rete DASI – Rete Accoglienza FVG
Rete Milano
Sea-Watch
Strada Si.Cura
STRA VOX – Palermo
Terraferma – Sportello migranti Bagheria
Terra Nuova Centro per la Solidarietà e la Cooperazione tra i Popoli
Trinart Associazione di volontariato Palermo
UDI/Unione Donne Italiane – Palermo
Un Ponte per..
Voci Globali
ADESIONI INTERNAZIONALI:
Association des Usagers de la Pada – Marsiglia
INFOKOLPA COLLETIVO – SLOVENIA
PRO ASYL, Germania
Flüchtlingsrat (Consiglio per i rifugiati) Schleswig-Holstein e.V., Kiel , Germania
Flüchtlingsrat (Consiglio per i rifugiati) Hamburg e.V., Germania
Flüchtlingsrat (Consiglio per i rifugiati) Niedersachsen e.V., Germania
Flüchtlingsrat (Consiglio per i rifugiati) Brandenburg, Germania
Saioa Bilbao Urkidi-Universidad del País Vasco/Euskal Herriko Unibertsitatea – Paesi Baschi
Watch the Med – Alarm Phone
Caravana Abriendo Fronteras, Spagna
Ongi Etorri Errefuxiatuak, Paesi Baschi
Salvamento Maritimo Humanitario – SMH
Transnational migrant Platform, Spagna
ADESIONI PERSONALI:
Donatella Di Cesare, filosofa, saggista e editorialista, Docente Università “La Sapienza” di Roma
Enrico Pugliese, Professore Emerito, Disse-Università di Roma Sapienza – Associato alla ricerca Irpps-CNR
Francesco Martone, associate, Transnational Institute, Olanda
Giuseppe Burgio, Università “Kore” di Enna
Mari D’Agostino, Docente Università Degli Studi di Palermo
Giusto Picone, emerito Università Degli Studi di Palermo
Gaetano Gucciardo, docente Università Degli Studi di Palermo
Francesco Lo Piccolo, docente Università Degli Studi di Palermo
Alessandra Rizzo, Docente Università Degli Studi di Palermo
Elisabetta di Giovanni, Docente Università Degli Studi di Palermo
Vincenzo Fumetta, Università Degli Studi di Palermo
Valentina Castagna, Docente Università Degli Studi di Palermo
Furaha Nzirirane, Università Degli Studi di Palermo
Matteo Di Gesù, Docente Università Degli Studi di Palermo
Elena Mignosi, Docente Università Degli Studi di Palermo
Vincenzo Pinello, Docente Università Degli Studi di Palermo
Elaine Acosta González, Visiting Scholar, Cuban Research Institute, Florida International University
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