Il fatto non sussiste. Otto anni dopo l’inizio delle indagini e al termine di una lunghissima e complicata udienza preliminare iniziata nel 2022, il gup di Trapani, Samuele Corso ha prosciolto tutti gli imputati nel maxiprocesso alle ong nel filone che era rimasto in questa procura dopo lo spacchettamento. Gli effetti, però, è verosimile saranno anche tutte le altri sede giudiziarie.

La sentenza di non luogo a procedere riguarda i dieci imputati, componenti dell’equipaggio delle ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Oggi si mette quindi la parola fine a una vicenda che ha duramente colpito i soccorritori nel Mediterraneo anche a livello extragiudiziario perché è da questo processo che nasce la teoria dei “taxi del mare” e le accuse di collusione con i trafficanti.

Il giudice ha stabilito, dopo aver analizzato una mole straordinaria di documenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, testimonianze, che i contatti tra ong e trafficanti non ci sono mai stati.

Il non luogo a procedere era stato chiesto dalla stessa Procura di Trapani dopo una inchiesta costata circa 3 milioni di euro. Nel procedimento era costituito parte civile il ministero dell’Interno che si è rimesso alla decisione del gup.

I pm avevano anche disposto il sequestro dell’imbarcazione Iuventa della ong Jugend Rettet, una delle tre organizzazioni umanitarie coinvolte. La nave nel frattempo ha subito danni enormi ed è inutilizzabile.

Sul manifesto del 20 aprile, un ampio approfondimento sulla sentenza

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