È una ricetta ricca, composta di elementi basilari, che parte dal blues per inglobare tracce classiche del belpaese e – spesso – irresistibili melodie prese a prestito dalle musiche del mondo. Lo chef Zucchero sa come confezionare una hit vincente anche se per questo nuovo D.O.C. – in uscita oggi per Polydor/Universal, sceglie uno sguardo più personale e un ambiente decisamente più blues del solito. «Guardo al mondo – spiega – ma sono sempre più legato alle mie radici. I doppi sensi non sono più adatti a questi tempi incattiviti». Undici pezzi inediti – quattordici nella versione deluxe – tanti ospiti e collaborazioni per un lavoro realizzato tra Islanda, Los Angeles e San Francisco con diversi giovani produttori: da Nicolas Rebscher a Joel Humlen, tutti diretti da Adelmo e Don Was («my brother in blues», lo definisce). Dentro la firma di parecchi colleghi – Francesco De Gregori che torna a collaborare con Zucchero nell’ariosa ballata Tempo al tempo («Tempo al tempo benedetto, tempo al tempo che verrrà nei miei occhi. Sul mio petto tutto il tempo che sarà»). E poi Pasquale Panella e Davide Van De Sfroos (Testa e croce).

«VIVO COME tutti i tempi che viviamo – sottolinea l’artista emiliano – e prima di decidere il titolo dell’album ci ho pensato molto. Avevo anche pensato a qualcosa che rispecchiasse questi tempi sospesi o sospettosi. Poi, parlando con i contadini della mia fattoria, ho pensato a qualcosa che rappresentasse il mio modo di fare le cose in modo genuino. Viviamo in una pentola in ebollizione che speriamo non scoppi e sono preoccupato come lo sono in tanti. Per fortuna al momento non abbiamo politici con un grande carisma, perché se ne arrivasse uno…». Dal vivo vedremo Zucchero in aprile al Byron Bay Bluesfest in Australia. Poi sarà la volta del Regno Unito e del resto d’Europa. In Italia, nel 2020, Zucchero terrà a settembre dodici serate consecutive all’Arena di Verona.