È all’esame degli inquirenti la microspia ritrovata sabato nella sala riunioni del governatore del Lazio Nicola Zingaretti. I carabinieri hanno eseguito una prima verifica sull’apparecchio, nascosto nel bracciolo di una poltrona, e non si tratta di una cimice in uso all’autorità giudiziaria. Quella trovata da Zingaretti nella stanza in cui si riunisce con i più stretti collaboratori è un’attrezzatura rudimentale che poteva trasmettere fino a 30 metri di distanza. La cimice andava accesa e spenta a mano con un pulsante – procedura a quanto pare non immediata – dunque per farla funzionare serviva qualcuno che avesse accesso alle stanze e tempo a disposizione.