«È la chiusura del 4 marzo 2018». Poco dopo le 23, quando il segretario Pd Nicola Zingaretti entra nella sede nazionale del Nazareno, i numeri dell’elezione in Emilia Romagna sono ancora ballerini. Ma un dato sembra certo. L’incubo iniziato alle scorse politiche è alle spalle.

NON ERA AFFATTO SCONTATO. Fino allo stesso pomeriggio di ieri la mitica via Emilia sembrava sbarrata, il far west salviniano sembrava un destino inevitabile per l’ex terra rossa, l’onda anomala leghista inarrestabile. Proprio nella regione da sempre simbolo del buongoverno del centrosinistra. I dati della qualità della vita che il presidente e candidato Stefano Bonaccini instancabilmente per mesi ha sciorinato in ogni appuntamento elettorale – dieci al giorno, almeno – non sembravano abbastanza per convincere.

NEI GIORNI SCORSI il segretario del Pd Nicola Zingaretti aveva sempre ostentato ottimismo. Ma non sempre aveva creduto nella vittoria. Aveva però affrontato il pericolo nero che gli si prospettava – scossoni nel governo, forse l’implosione della maggioranza, le sue eventuali dimissioni, il partito senza guida precipitato verso un congresso senza rete – alla sua maniera: con quella tranquillità che stupisce anche i suoi.

IERI, NELLA GIORNATA CRUCIALE, la spesa in un supermercato la mattina, poi in famiglia. Al partito è arrivato in nottata. Quando però le cose giravano decisamente al meglio. «Dopo le europee il Pd torna a vincere anche alle regionali, e Salvini a perdere», ragiona con i suoi. «È la chiusura del 4 marzo 2018, quando si parlava di bipolarismo Di Maio – Salvini. Ora uno si è dimesso e l’altro ha perso». «Adesso c’è Zingaretti e il Pd»., dicono i suoi.

AD ASPETTARLO TROVA il capo della segreteria, Michele Meta, il responsabile organizzazione Oddati, quello della comunicazione Marco Furfaro, e poi Maurizio Martina, i dirigenti romani che stanno già lavorando alla corsa del ministro Gualtieri per le suppletive. In giornata la sua candidatura è stata ufficializzata e tutte le forze del centrosinistra hanno detto sì, compresa la riottosa formazione renziana. Alla spicciolata arrivano il ministro Provenzano, la ministra De Micheli, i viceministri Misiani e Manzella, Chiara Braga. Più tardi arriverà anche il vicesegretario Andrea Orlando.

CON LORO, IN UN CLIMA decisamente disteso, segue le proiezioni dalla tv. Dicono che il Pd torna il primo partito in Emilia Romagna: si avvia verso 31,2 per cento, per un soffio a quest’ora è davanti alla Lega che resta al 31. Ma la notte è lunga. E comunque, come spiega in rete Lorenzo Pregliasco, di Youtrend, «il dato conterà poco visto il netto successo di Bonaccini». Ci sarà tempo per guardare dentro questo risultato, che comunque resta clamoroso per le destre.

ZINGARETTI RAGIONA: «In queste elezioni, viste anche le dichiarazioni per un voto disgiunto nel mondo 5Stelle, dimostrano che la linea politica è quella giusta: lealtà al governo e a Conte, rapporto non conflittuale coi 5Stelle, apertura ai mondi civico». Le sardine sono state importanto, ma il Pd no continua a non voler metterci il cappello. I suoi spiegano che «Zingaretti ci ha messo la faccia, in questa campagna elettorale ha fatto oltre cento iniziative fra Emilia Romagna e Calabria». La conclusione è che «il Pd è l’unico partito di governo ad aver presentato il proprio simbolo in queste regionali. Ed ora si va avanti».

AVANTI SIGNIFICA procedere sin da questa settimana a preparare il cronoprogramma per la «fase due» del governo, respingendo gli assalti di Salvini e le richieste di voto anticipato. Quanto al Pd, avanti significa che il congresso si farà, e anche la rifondazione del partito, ma dopo la prossima tornata di regionali, certo non prima dell’autunno. Del resto era questa l’idea del segretario anche prima della vittoria in Emilia Romagna. Allora, solo allora, Zingaretti cercherà di liberarsi dell’abbraccio asfissiante delle correnti, viene spiegato, ma questa sarà un’altra storia.

AVANTI SIGNIFICA ANCHE avanti con le alleanze: «Ora i pentastellati dovranno cambiare rotta e abbandonare la voglia di autonomia in vista delle prossime elezioni regionali», spiegano ancora dal Nazareno.

A NOTTE I DATI NON sono ancora stabili, da Porta a Porta l’ex ministra Roberta Pinotti, in odore di presidenza del partito, resta cauta ma soddisfatta. «Con la premessa che sicuramente, rispetto alle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna, è un’altra epoca politica», «Con tutta la prudenza del caso, se si confermassero questi dati, questa galoppata trionfale della Lega in Emilia Romagna non c’è stata».

DA FACEBOOK IL GIOVANE ministro del Sud e della Coesione Peppe Provenzano si concede finalmente una battuta, dopo tanti giorni di tensione. Cita Mark Twain: «Spiacente di deludervi, ma la notizia della morte della sinistra era fortemente esagerata»