Novantamila euro come contributo straordinario da parte della Giunta della Regione Lazio per i i servizi di consulenza di tipo legale, psicologico e a sostegno della genitorialità usualmente forniti, sono una bella notizia per la Casa Internazionale delle Donne di Roma. Ma non risolvono  il problema dello sfratto dai locali di Via della Lungara che pende sulla storica organizzazione  per colpa di una «morosità accumulata» computata intorno agli  833 mila euro.

«Salviamo la Casa delle Donne. Non riesco a immaginare Roma senza questo luogo fondamentale della nostra identità – ha affermato  il governatore Nicola Zingaretti dando notizia dello stanziamento – Abbiamo deciso di offrire questo sostegno economico a una struttura assolutamente unica nel suo genere, polo sociale aperto al territorio e al mondo che svolge attività, da tantissimo tempo e con continuità, utili a contrastare razzismo e discriminazioni di genere, ma anche a sostenere persone in difficoltà».

La Casa, ha spiegato Zingaretti, «accoglie ogni anno più di 30mila donne in uno spazio che si propone di lottare per i loro diritti e vederli riconosciuti. Ed è a loro che vogliamo tendere una mano, perché chi soffre non deve essere lasciato solo e le istituzioni hanno il dovere si sostenere chi, come le tante persone che operano all’interno della struttura, svolgono questo lavoro prezioso».

È un gesto apprezzabile che fa onore al Pd e soprattutto segna la distanza dal M5S, come sottolineano subito molte esponenti dem  del I Municipio e del consiglio regionale: «Garantire la sopravvivenza di questa esperienza, di fronte alla miopia politica della giunta grillina di Virginia Raggi è una battaglia da combattere senza esitazioni», attacca  l’ex assessora  Marta Leonori.

Dal Campidoglio la replica arriva in serata, con una nota delle assessore Laura Baldassarre, Rosalba Castiglione e Flavia Marzano che precisano: la  storia della Casa «non merita strumentalizzazioni politiche e noi siamo impegnate da mesi, su mandato della Sindaca, in un confronto costante con le rappresentanti del Consorzio, grazie a un tavolo permanente attivato da questa amministrazione. Preferiamo affidarci alla forza di un lavoro certosino e quotidiano, piuttosto che a trovate elettorali».

Ma se lo sgombero al momento sembra essere stato congelato, dopo l’incontro con il Comune del 19 dicembre scorso, rimane il problema di un debito calcolato senza tenere conto né dei servizi forniti né delle spese sostenute negli anni dall’organizzazione. Un debito che, secondo il Comune, deve essere rimborsato entro il 2020, quando scadrà la convenzione che ancora non è stata prorogata.