I camion della nettezza urbana di Roma ieri mattina erano appena partiti alla volta degli impianti regionali di Roccasecca, Colleferro, Pomezia, Viterbo, Frosinone e Civitavecchia, cominciando lentamente a liberare le strade della capitale dalle montagne di spazzatura: un problema di igiene e salute pubblica che si stima pesi mille tonnellata. La rassegna quotidiana di gabbiani, topi e invasione di vermi oltre che la puzza acida che investe interi quartieri forse tra qualche giorno potrà finire. Ma la tensione tra la sindaca Raggi e il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti è ancora alta.

«SPERO CHE QUESTA volta trovino i cancelli aperti», polemizza Raggi alludendo alla poca disponibilità di Zingaretti nei suoi confronti. Il presidente della Regione Lazio ha appena firmato il documento che autorizza il trasporto della spazzatura negli impianti regionali. In cambio, però, viene chiesto a Roma, all’amministrazione in cui Virginia Raggi ha assunto la delega di assessore ai rifiuti e alla municipalizzata Ama, di fare la sua parte ripulendo la città nel giro di una settimana (e non di 10 giorni come ipotizzato dal ministro dell’ambiente Sergio Costa), a cominciare dai siti sensibili come ospedali, scuole, mercati e ristoranti che devono essere bonificati in 48 ore. Ama è anche tenuta ad approvare i bilanci 2017 e 2018 entro 30 giorni, a mettere in strada nella prossima settimana altri 300 cassonetti (attualmente sarebbero 60 mila). L’ordinanza contiene un cronoprogramma diviso per scadenze temporali, soggetti obbligati a rispettarle e oggetto dei compiti che vengono loro assegnati.

LE INDICAZIONI della Regione valgono fino al 30 settembre. Martedì le parti si incontreranno al ministro dell’ambiente per fare il punto. Raggi deve dimostrare di muoversi in fretta ma anche di saper trovare soluzioni dentro il perimetro della città che amministra, dopo che gli impegni presi a proposito di differenziata, riciclaggio ed economica circolare sono risultati al di sotto delle aspettative. Per questo la sindaca annuncia di aver individuato un terreno comunale in zona Saxa Rubra, a nord di Roma, per il trasbordo di 300 tonnellate di rifiuti al giorno, la metà di quelle che si stima non riescano ad essere raccolte da almeno un mese. Le regole di ingaggio prevedono che questa sia una stazione di passaggio, tanto che i rifiuti non potranno «toccare terra».

Raggi non ci sta a passare per negligente e attacca Zingaretti ribaltando i termini della questione. «Sfiora il ridicolo quando dice di ripulire la città in una settimana – afferma – La smetta di illudere i cittadini con false promesse. Per un mese ha voltato la faccia dall’altra parte fino a quando lo abbiamo costretto a fare l’ordinanza per sbloccare i siti dove portare i rifiuti». Zingaretti smentisce di aver «commissariato» la gestione comunale dei rifiuti. Non avrebbe potuto farlo (è un potere che spetta al governo nazionale), ma questa è la definizione nuda e cruda degli 11 punti dell’ordinanza che circola a microfoni spenti. Ancora, il presidente della Regione e leader del Pd nega ogni «intento punitivo» nei confronti della giunta grillina ma lamenta la mancanza di interventi in una città che ne aveva bisogno dal giorno dopo la chiusura della grande discarica di Malagrotta.

RAGGI CONTESTA la mancanza di un Piano regionale per i rifiuti, Zingaretti fa sapere che verrà diffuso entro luglio e rivendica il fatto che nel Lazio la situazione è sotto controllo e solo Roma costituisce un’emergenza. L’affermazione è sostanzialmente vera, dicono gli esperti, ma necessita di un chiarimento. Perché il Lazio è autonomo, come Zingaretti pretende diventi Roma, dal punto di vista della raccolta e del trattamento dei rifiuti ma non dello smaltimento. Una parte di essi va fuori regione.

A FINE GIORNATA ancora molti quartieri di Roma lamentavano cassonetti strabordanti e carreggiate invase da sacchetti. Il conto alla rovescia è partito e il primo giorno d’ordinanza è quasi scaduto, anche se non si menzionano le penalità previste per chi non rispetterà gli obblighi decisi dalla Regione da oggi la partita tra amministrazioni e forze politiche riguarderà ancora di più gli impegni presi e i compiti disattesi.