Zero e il suo doppio, «folle» come richiama il titolo del nuovo disco in uscita il 4 ottobre per la sua etichetta Tattica («mai più con le multinazionali. Mi sono ribellato anche perché prendono i soldi qui e li spendono a casa loro»), con quattro cover che lo ritraggono in versione fauno, fata turchina, creatura taurina e Mefistofele. Registrato a Londra, prodotto e arrangiato da Trevor Horn, contiene 13 brani che sono un concentrato dello zero pensiero con dissertazioni varie su ambiente, l’alienazione da nuove tecnologie, la morte, la crisi delle nascite e la fuga dei cervelli, la condanna dell’aborto (con alcuni distinguo) e il rapporto con Dio. Album presentato a Roma nel giorno del suo 69esimo compleanno – e alla vigilia di un tour che parte il 1 novembre con 13 «sold out» già annunciati. «Voglio festeggiare Zero per avermi strappato a 15 anni dalla noia – spiega a giornalisti, fan e invitati dopo l’ascolto «blindato» del disco, banditi cellulari e dispositivi vari sequestrati all’ingresso – per avermi infuso il desiderio di cambiare vita». Lui, Renato, si definisce: «portatore sano di coraggio»,e spiega di aver fatto ormai pace con «Zero, Zero il folle», perché «folle è chi sogna, chi è libero, chi provoca, chi cambia». «Non è facile averli insieme, Zero era diventato troppo invadente, l’ho dovuto rimettere a posto. Ma ormai dormiamo nello stesso letto». Si sente «fuori dai canoni» in un «mondo non più tondo ma troppo quadrato ed impostato» «Io sono folle dal 30 settembre del 1950 e da allora non ho mai smesso esercitare ’la professione’».

DISCO molto suonato – co prodotto da Alan Clark & Phil Palmer (fra gli ottanta e novanta anche nei dischi dell’ultimo Battisti con Panella) – ampie melodie, qualche momento più accelerato anche se il re dei sorcini si fa preferire quando pigia sui tasti dell’ironia come in Ufficio reclami dove immagina una sorta di corrispondenza via sms fra il paradiso (un esilarante coro di preti e suore) e (troppo) allegri peccatori: «Anche se io mi considero peccatore eccellente, non mi aspetterò grandi cose dal piano superiore».

IN «QUATTRO PASSI NEL BLU», la protagonista è la morte: «È un omaggio dovuto agli amici che non ci sono più: a Lucio Dalla, Ivan Graziani, Mango. Io li indosso tutti i giorni, sono stati messaggeri di complicità e stimolazione, oggi che non li ho, li rappresento in questo disco».Nel brano La Culla è vuota c’è un affondo contro l’aborto: «Lo condanno quando diventa metodo anticoncezionale, usato al posto del profilattico o della spirale. Non certo quello che le donne affrontano dopo uno stupro». E a chiudere – in una raccolta dove trova spazio anche un riferimento all’ambiente nel pezzo Viaggia: «la natura è con te, se la rispetterai, se avrai cura di lei», parla anche di Greta Thunberg e della sua crociata: «Greta? Non trovo scandaloso come fanno alcuni che dica di non voler morire intossicata. Non stiamo in poltrona a giudicare».