Il segretario di Stato Mike Pompeo ha annunciato un rafforzamento della misura per impedire che aiuti pubblici vadano alle organizzazioni che sostengono il controllo delle nascite anche attraverso l’aborto e l’amministrazione Trump estenderà il divieto agli aiuti statunitensi a gruppi stranieri che promuovono o forniscono aborti.

Per ricevere fondi Usa si richiederà alle organizzazioni non governative straniere di certificare di non svolgere o praticare aborti come parte dei loro programmi di pianificazione familiare.

«Rifiuteremo di fornire assistenza ai gruppi che forniscono finanziamenti ad altri gruppi che praticano o discutono l’aborto con i clienti – ha detto Pompeo in un annuncio al Dipartimento di Stato – I dollari dei contribuenti americani non saranno usati per sottoscrivere aborti. Questo non solo è accettabile; è giusto».

Sia i gruppi di aiuto che i politici democratici hanno dichiarato, senza dubbi e numeri alla mano, che questa mossa danneggerà la salute pubblica globale, minando ulteriormente i programmi incentrati su problemi come l’Hiv, la malaria e la salute materna ed infantile, già messi sotto pressione dalle politiche dell’amministrazione Trump riguardo questi problemi.

La senatrice democratica del New Hampshire, Jeanne Shaheen, unica donna a far parte del comitato delle relazioni estere del Senato ha dichiarato in una nota che «l’ossessione di questa amministrazione nell’attaccare la salute riproduttiva delle donne è imponente e pericolosa. L’ulteriore ampliamento della Global Gag Rule mette le organizzazioni internazionali in una posizione impossibile: fornire alle donne l’intero ambito dei servizi di assistenza alla salute riproduttiva o vedersi negare finanziamenti critici per salvare vite umane, il che è inconcepibile».

La Global Gag Rule, nota anche come la Mexico City Policy, richiede che qualsiasi organizzazione estera che riceve aiuti statunitensi non abbia nulla a che fare con l’aborto. Medici, ostetriche e infermieri non possono nemmeno menzionare la parola aborto, tanto meno praticarlo, anche quando nel loro Paese è legale o se una donna lo richiede.

Le organizzazioni che non hanno soddisfatto questa condizione hanno perso tutti i finanziamenti degli Stati Uniti, comprese le forniture essenziali di contraccettivi. A stabilire questa regola fu, nel 1984, Ronald Reagan; in seguito Bill Clinton la cancellò, nel 2001 George W. Bush la ristabilì e nel 2009 Barack Obama la cancellò nuovamente. Trump l’ha rimessa in vigore poco dopo essere entrato alla Casa Bianca, nel 2017.

La speaker della Camera Nancy Pelosi ha immediatamente risposto su Twitter: «Non c’è fine alla crudeltà dell’amministrazione Trump. Milioni di donne in tutto il mondo fanno affidamento sull’assistenza sanitaria finanziata dagli Stati uniti e molti milioni di donne in più saranno arbitrariamente lasciate senza assistenza a causa di questa vergognosa decisione».

Nello stesso giorno dell’annuncio di Pompeo i democratici hanno introdotto una misura per abbassare i premi delle assicurazioni sanitarie, rafforzare le protezioni per le persone con condizioni mediche preesistenti e vietare la vendita delle cosiddette «assicurazioni spazzatura».

La mossa arriva il giorno dopo quella dell’amministrazione Trump che invece si sta spendendo per invalidare l’intero Affordable Care Act, l’Obamacare. Il Dipartimento di Giustizia che inizialmente aveva affermato che solo alcune parti della legge sull’assistenza sanitaria, comprese le protezioni per le condizioni preesistenti, dovrebbero essere cancellate, si è infatti pronunciato a favore di una cancellazione totale. Adesso la battaglia per consentire ai cittadini Usa un minimo di copertura sanitaria continuerà nelle corti.