«È una vera e propria campagna denigratoria nei miei confronti e di quanti collaborano con me nel programma umanitario in favore di profughi e migranti»: è la denuncia di don Mussie Zerai, il prete eritreo operatore umanitario, dopo essere stato chiamato in causa «da qualche giornale» nell’ambito dell’inchiesta della procura di Trapani sulla Ong Jugend Rettet.

Già candidato al Nobel per la Pace, don Zerai ha dato mandato ai suoi legali di procedere «contro questa serie di calunnie». Lunedì don Zerai ha ricevuto la notizia che la questura di Trapani dovrebbe notificargli l’avviso di un procedimento per conto della locale procura: «Immagino che sia ricollegabile all’inchiesta sulla Jugend Rettet. Ho agito in piena legalità».

Padre Zerai conferma di aver inviato segnalazioni di soccorso all’Unhcr e a Ong: «Prima ho informato la Guardia Costiera italiana e il comando maltese. Non ho mai fatto parte della presunta chat segreta, le segnalazioni sono il frutto di richieste di aiuto da natanti in difficoltà al di fuori delle acque libiche e comunque dopo ore di navigazione precaria e pericolosa».