Chi sbaglia, paga. Almeno tra le fila di Izquierda Unida (Iu), il principale partito spagnolo di sinistra radicale. E Willy Meyer – veterano dell’europarlamento, rieletto solo un mese fa come capolista di Iu e già costretto a dimissioni riparatrici – ne sa qualcosa. Galeotto fu il fondo pensione a cui Meyer – insieme a parlamentari di tutte le aree politiche e le nazionalità, compresi molti nomi noti della politica italiana – era iscritto dal 2004. Non un fondo qualsiasi, bensì un piano pensionistico privato gestito da una Sicav (Società di investimento a capitale variabile soggetta a tassazione minima) con sede in Lussemburgo e fino al 2009 finanziato per due terzi dall’europarlamento.

L’iscrizione al fondo non costituisce di per sé un’illegalità, ma la notizia, diffusa dal quotidiano on-line Infolibre, ha imposto a Iu e a Meyer una scelta di coerenza rispetto ai valori di trasparenza e sobrietà da sempre rivendicati da Iu. Meyer ha dichiarato di essere all’oscuro dell’opaca gestione del fondo ma, mercoledì scorso, a soli due giorni dalla pubblicazione delle notizia, ha comunque rassegnato le dimissioni dal Parlamento europeo e dal partito.
«Dobbiamo dare l’esempio ai nostri elettori. I discorsi non sono sufficienti, bisogna anche metterli in pratica», ha detto Meyer alludendo alla lunga battaglia di Iu contro le Sicav e a favore legalità fiscale.

Meyer ha poi dichiarato di aver maturato autonomamente la decisione di dimettersi, anche se forti pressioni sono inevitabilmente arrivate sia dalla base che dalla cupola del partito. Una scelta strategica oltre etica, dato che, dopo il buon risultato europeo, Iu non può permettersi passi falsi in vista dell’avanzata di Podemos (partito rivelazione nel panorama della sinistra radicale) e degli imminenti appuntamenti con il voto regionale e municipale.
Nemmeno una parola sugli altri politici spagnoli beneficiari del fondo: «Non do lezioni a nessuno, ma farò in modo che nessuno possa dare lezioni a Iu».

La nuvola dimissionaria incombe però anche ad altre latitudini sul cielo della sinistra spagnola: dopo 21 anni sui banchi del parlamento, anche Alfredo Pérez Rubalcaba, il segretario socialista dell’epoca post-Zapatero, ha annunciato che lascerà a settembre ogni incarico politico per ritornare alla docenza universitaria.
La decisione – che chiude un’epoca di opposizione incolore e di costante calo di consensi per il Psoe – arriva esattamente un mese dopo la rinuncia alla segreteria del partito, resa nota all’indomani della disfatta socialista alle elezioni europee. Ora si apre la strada ad un rinnovamento di cui il Psoe ha ormai urgente necessità.