L’Ucraina è «pronta a prendere i necessari provvedimenti per porre fine in maniera sostanziale al conflitto in corso nel Donbass, durante un nuovo vertice del Formato Normandia».

LE PAROLE del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, arrivano dopo un incontro a Kiev con i rappresentanti dei leader di Francia e Germania, e danno un segnale di apertura in una fase di profonda crisi nelle relazioni con Mosca. Il vertice del «Formato Normandia» non si riunisce dal dicembre 2019, intanto dopo il rinvio della riunione di marzo 2020 a Berlino la situazione al confine russo-ucraino è andata progressivamente deteriorandosi, con l’ammassamento di truppe e mezzi militari russi alla frontiera – sempre in territorio russo – che ha contribuito alle voci sulla possibilità di un’escalation nei prossimi mesi. Proprio ieri Mosca ha annunciato l’avvio di esercitazioni militari con fuoco vivo nelle regioni di Voronezh, Smolensk, Belgorod e Brjansk (le ultime due vicine al confine con l’Ucraina), con la partecipazione di oltre tremila soldati.

NON SOLO: SI RIUNIRÀ oggi, dopo oltre due anni, il Consiglio Nato-Russia: al centro dei lavori, ovviamente, la sicurezza europea, con particolare attenzione al conflitto ucraino. Per Mosca il nodo da sciogliere è quello dell’allargamento a Est della Nato, in particolare il pericoloso ingresso dell’Ucraina (ma c’è pure l’ipotesi della Georgia) nell’Alleanza atlantica. Una porta che gli Usa tengono ambiguamente aperta – nonostante i tanti interrogativi che solleva in Europa e negli Stati uniti. Ad incontrare la delegazione russa sarà la vice segretaria di Stato Usa Wendy Sherman, che lunedì ha avuto colloqui a Ginevra anche con il viceministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov (che oggi sarà rimpiazzato dall’omologo Aleksandr Grushko).

«ABBIAMO riaffermato un approccio unificato della Nato verso la Russia, bilanciando deterrenza e dialogo», ha affermato Sherman ieri, analogamente al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha ribadito la determinazione dell’Alleanza a fare «ogni sforzo per trovare una via politica da seguire». Mentre non ci sono ancora notizie sulla data del prossimo faccia a faccia tra Putin e Biden, il recente intensificarsi degli incontri sembra seguire la linea del dialogo tracciata dai due leader durante il loro ultimo colloquio.

CERTO, LE TENSIONI rimangono elevate, come ribadito anche da Dmitrij Suslov, consigliere di Putin e direttore del Centro di studi europei e internazionali alla Scuola superiore di economia di Mosca, che in un’intervista al Corriere della Sera ha messo in guarda contro la possibilità di una crisi «paragonabile a quella dei missili di Cuba nel 1962 se continueremo a ignorare la realtà e a violare i reciproci interessi esistenziali». Parole dure, ma che potrebbero derivare dalla tradizionale strategia retorica di Mosca di mantenere alto il grado di tensione come forma di deterrente.