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Zelensky «pronto a vedere Putin». Altri aiuti militari da Londra

Zelensky «pronto a vedere Putin». Altri aiuti militari da LondraIl presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso alla nazione da Kiev – Ap

Odissea Il presidente ucraino in conferenza stampa: «I referendum separatisti nelle zone occupate bloccherebbero i negoziati»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 24 aprile 2022

«Sostenuto da un crescente arsenale di armi pesanti fornito dagli alleati occidentali, l’esercito ucraino ha lanciato controffensive in tutto il nord-est del paese e ha affermato di aver cacciato le forze russe da diverse città e villaggi», è quanto ha scritto il New York Times a proposito della nuova situazione di guerra in cui ci troviamo.

DA UN LATO I RUSSI che si preparano a un’offensiva che potrebbe non limitarsi al Donbass ma allungarsi quanto meno fino alla Transnistria (per quanto vengano riscontrati ancora alcuni problemi come già in precedenza, elementi che non consentirebbero un eccessivo ottimismo da parte di Mosca sulla rapidità di una simile operazione); dall’altro gli ucraini grazie al sostegno per lo più americano sembrano ora dotati di artiglieri capace di consentire anche controffensive e non solo una difesa che ad ora è stata «di movimento», quasi una guerriglia, fatta di imboscate e tentativi di spezzare le linee di attacco dei russi.

L’agenzia di intelligence militare ucraina, tuttavia, riporta sempre il New York Times, «ha avvertito ieri che la Russia stava completando gli sforzi per riorganizzarsi nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, e stava sondando le difese ucraine per individuare i punti deboli prima di lanciare una grande offensiva. Ha anche affermato che alcuni dei combattenti russi d’élite che erano stati coinvolti nella battaglia per la città meridionale di Mariupol vengono ora inviati nella regione del Donbass, nell’Ucraina orientale».

A RENDERE MENO CUPO il morale ucraino ieri ci ha pensato anche il premier britannico Johnson che pare cercare nel suo ambizioso piano di «Global Britain» qualche elemento di conforto, se non di rivincita, rispetto ai problemi che ha in casa. Ieri Londra ha assicurato Kiev circa l’invio di altre armi, oltre a un sostegno finanziario al governo ucraino. A prescindere da quale sarà l’esito della guerra – sperando intanto che finisca al più presto o che si arrivi quanto meno a un cessate il fuoco – sarà interessante notare cosa raccoglierà proprio Londra da questo periodo fatto di protagonismo in Ucraina e di grandi piani nell’altra parte del mondo dove Johnson ha appoggiato i sogni imperiali britannici, ovvero l’Asia dove in accoppiata con Biden si è ormai posto come collettore di paesi in alleanze (come l’Aukus) in funzione anti cinese. Del resto i rapporti tra Kiev e l’Europa non sono certo idilliaci nonostante i viaggi di Ursula von der Leyen e Michel a Kiev. Ieri infatti gli ucraini sono tornati a stuzzicare la Germania, già criticata in più occasioni, circa il gas russo.

«QUANDO ABBIAMO sostenuto che Nord Stream 2 era una minaccia per la sicurezza europea, abbiamo sentito: ’non speculiamo sulla sicurezza quando si tratta di affari’. Ora diciamo che se l’Europa non impone l’embargo petrolifero completo, prima o poi la guerra arriverà in Europa. Non c’è più tempo per esitare», ha scritto in un tweet Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky. Quest’ultimo ieri ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ribadito di voler incontrare Putin per «trovare una soluzione diplomatica», la volontà di fermare i negoziati (di cui però si sa ormai pochissimo) nel caso di referendum «separatisti» nelle zone controllate dai russi.

Ha poi ricordato che «Ci incontreremo con il segretario generale dell’Onu e abbiamo fatto passi in avanti verso la sua posizione abbastanza forte nel sostenere l’Ucraina. Non si può trovare equilibrio tra Ucraina e Russia, ci aspettiamo un sostegno del 100% per noi dal segretario dell’Onu, la verità è al 100% dalla nostra parte. Se il segretario viene, deve visitare le città dove la gente è stata massacrata, poi troverà il tempo per la stima della Russia».

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