Le parole di Romano Prodi sul ddl Zan scuotono il Pd. E dividono nell’interpretazione anche persone vicinissime al Prof. di Bologna, come Sandra Zampa e Arturo Parisi.

LA DOMANDA CHE HA aleggiato per tutta la giornata di ieri è se l’ex premier ce l’avesse o meno con la strategia di Enrico Letta. «Se uno voleva riformare piccoli aspetti della legge su cui si discuteva bisognava analizzare caso per caso e si trovava l’accordo. Analizzando la legge tutta insieme e col voto segreto si voleva creare l’incidente e l’incidente c’è stato», ha detto domenica sera da Fabio Fazio su Rai3. E ancora: «Era tanto facile fare piccole modifiche anche verbali, e invece si è strumentalizzato il tutto».

PRODI NON DICE CHI ha strumentalizzato, ma cita monsignor Giovanni Paglia, presidente della pontificia accademia per la vita, che a più riprese aveva invocato «correzioni» alla legge e, dopo la bocciatura del Senato, aveva ribadito che nel testo c’erano «delle ambiguità da chiarire e dei nodi da sciogliere».

Di certo, con questa citazione Prodi afferma di non aver condiviso la linea del no a modifiche portata avanti per mesi dal Pd di Letta. E a domanda su come avrebbe votato aggiunge con scarso entusiasmo: «Di fronte al voto totale alla fine si vota…».

Sull’apertura di Letta a modifiche, fatta tre giorni prima del votom dice: «Non era tardiva, queste cose si possono fare anche all’ultimo minuto. É stata una prova di forza e la destra ha anche vinto, ma a danno di un problema su cui ci voleva un accordo».

PAROLE CHE HANNO SCATENATO il giubilo dei renziani di Italia Viva. «Molta gente dopo le parole di Prodi ci deve delle scuse», dice Ivan Scalfarotto. La polemica infiamma per tutto il giorno l’arena di twitter. Dal fronte dem parla Alessandro Zan: «Prodi ha ragione, la destra con la tagliola e il voto segreto voleva creare un incidente. Per questo hanno detto no alla nostra richiesta di eliminarla per aprire un dialogo: la riprova che non volevano una legge, sia la destra sia chi l’ha seguita».

Parole che convincono la prodiana doc Sandra Zampa. Che accusa i renziani di «mistificare quello che ha detto il Prof.». «Tutti hanno capito come sono andate le cose e le responsabilità di Iv». E ancora: «È ore di smettere di fare trappole e trappoline», dice a Scalfarotto. «I ragazzi nelle piazze hanno chiaro il movente e i mandanti». Arturo Parisi invece si dice «perplesso» dall’interpretazione di Zan.

UN CAOS. TANTO CHE l’ufficio stampa di Prodi è costretto a intervenire con una nota che parla di «strumentalizzazione» delle parole dette da Fazio» «Il presidente Prodi ha sostenuto che correzioni eventualmente considerate migliorative erano possibili, ma l’inspiegabile richiesta di non discutere, articolo per articolo, ha affossato il ddl». Che «si sarebbe potuto approvare anche in assenza di correzioni».

Fatto sta che, per la seconda volta in poche settimane, il padre nobile del Pd bacchetta il suo pupillo ora segretario. A settembre lo aveva rimproverato per un eccesso di concentrazione sui diritti civili a scapito dei temi economico- sociali. Ora l’uscita all’indomani del naufragio del ddl Zan. Al Nazareno ribadiscono: «Con Prodi piena sintonia, la sua nota è chiarissima».

MA IN QUESTE ORE nel centrosinistra le interpretazioni si sprecano. La più benevola è che Prodi spingesse realmente per alcune modifiche al ddl contro l’omotransfobia per venire incontro alle richieste della Chiesa. Le più maligne dicono che, con il voto del Senato, «le chance del centrodestra di vincere la partita per il Quirinale sono aumentate: si è visto che hanno una maggioranza». E questo «ha oggettivamente abbassato le residue speranze di Prodi di poter essere eletto».