Alla stazione ferroviaria di Tovarnik si trovavano ieri pomeriggio oltre 3.000 migranti mediorientali giunti nella notte: un numero pressoché uguale a quello della popolazione della cittadina croata a pochi chilometri dal confine con la Serbia.

La polizia croata raccoglie i migranti lungo tutta la cosiddetta «frontiera verde», trasportandoli alla stazione per poi smistarli. Fino alle ore 12 di ieri in Croazia sono entrati tra i sedici e i diciassette mila migranti. Non pochi sfuggono ai controlli. Il governo di Zagabria che aveva prima aperto tutte le porte ai profughi per poi decidere di chiudere ieri sette valichi di confine con la Serbia ci ha ripensato togliendo qualsiasi blocco, facendo passare tutti. Da una parte c’è una popolazione croata aperta all’accoglienza, dall’altra c’è un governo che non ha saputo prepararsi a questa emergenza preannunciata.

I centri in cui vengono sistemati i migranti, grazie all’opera instancabile della Croce Rossa, sono Jezevo, Cepin, Zagabria (edifici della Fiera internazionale e albergo “Porin”), Sisak, Beli Manastir e Kutina. La Croce rossa è impegnata a individuare e organizzare nuovi centri di accoglienza nelle varie regioni del Paese, ma nella stragrande maggioranza i migranti non desiderano restare in Croazia. Nella giornata odierna da Tovarnik sono partiti per Zagabria una decina di autobus stracarichi di migranti (oltre 500 persone) e un treno con undici vagoni e circa mille profughi. La Croce Rossa distribuisce ovunque, sui mezzi di trasporto e nei punti di accoglienza, cibo, acqua e articoli igienici che la popolazione, aderendo agli appelli, porta nei centri di raccolta. Nella sola regione della Baranja, ai confini con la Serbia e l’Ungheria, sono attualmente sistemati e vengono alimentati circa 10.000 profughi, ma altri quattro-cinquemila arrivano ogni ventiquattro ore ed altrettanti attendono nella città serba di Samobor di passare il confine e riversarsi in Croazia.

In Croazia la cittadina di Beli Manastir sta diventando il centro con il maggior numero di migranti. Ogni giorno dalla Serbia ne arrivano nuove migliaia. Molti dei quali, sfuggendo ai controlli della polizia, si allontanano di notte da Beli Manastir a pieni o in taxi per raggiungere la città di Osijek da dove con treni e autobus vengono avviati a Zagabria o verso, il confine sloveno per ora difficilmente superabile. Le autorità croate temomo che «la situazione diventi presto caotica». La presidentessa della Repubblica di Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic ha chiesto la mobilitazione e l’aiuto dell’esercito perché «la polizia non ce la fa più».

Ai valichi di confine di Batimski Most con la Serbia e di Bregane con la Slovenia l’arrivo dei migranti continua a tutte le ore del giorno e della notte. Arrivano in taxi, a piedi, altri facendo l’autostop. Il confine con la Slovenia viene controllato anche con elicotteri di quel paese oltre che da esercito e polizia;ciononostante non pochi migranti riescono a penetrare, a violarlo. Nella giornata di ieri vi sono penetrati in 500. Sono stati arrestati e condotti alla stazione di polizia di Brezice. Siamo appena all’inizio di una lunga odissea e non mancano le polemiche di natura politica.

Il ministro dell’interno croato Ranko Ostojic ieri ha pesantemente criticato la decisione dell’Ungheria di innalzare una barriera anti-immigrati anche alla frontiera con la Croazia, parlando di «politica inaccettabile». «I muri non hanno mai bloccato nessuno, si tratta di qualcosa del tutto inaccettabile, è una politica inaccettabile», ha detto Ostojic all’emittente televisiva N1, aggiungendo che «noi vogliamo aiutare la gente. Le affermazioni che giungono dall’Ungheria non posso che definirle inaccettabili, ma è qualcosa che sentiamo già da molto tempo». Nella serata Zagabria ha deciso di aprire un corridoio per i profughi che vogliono raggiungere il nord Europa. Stando ai media croati, al confine croato-ungherese, e ad immagini Tv, tra i villaggi di Baranjsko Petrovo Selo, in Croazia, e Beremend, in Ungheria, stanno giungendo autobus croati con a bordo migranti che vengono poi lasciati passare in Ungheria.