Zad, al via lo sgombero con lacrimogeni e blindati
Notre-Dame-des-Landes Schierati 2.500 gendarmi per evacuare la «Zone a Defendre», dove doveva sorgere il mega aeroporto. Il progetto è definitivamente abortito, ma gli occupanti (non tutti) saranno espulsi lo stesso
Notre-Dame-des-Landes Schierati 2.500 gendarmi per evacuare la «Zone a Defendre», dove doveva sorgere il mega aeroporto. Il progetto è definitivamente abortito, ma gli occupanti (non tutti) saranno espulsi lo stesso
È iniziato ieri mattina lo sgombero, annunciato e in grande stile, della Zad di Notre Dame des Landes, nell’estrema periferia di Nantes, nel nord della Francia. La «Zad» (zona da difendere) nasce dall’opposizione alla costruzione di un mega aeroporto nei dintorni della città sulla Loira, che sarebbe stato il più grande dell’ovest del paese. L’uso del condizionale passato è d’obbligo, visto che, circa tre mesi fa, il governo ha abbandonato l’idea dell’aeroporto, dando, di fatto, ragione a quanti si opponevano alla sua costruzione.
Da ieri, all’alba, circa 2.500 uomini delle forze dell’ordine, in assetto antisommossa, stanno presidiando la zona e procedendo agli sgomberi e all’abbattimento delle costruzioni in tutto il perimetro della Zad. Sarebbero un centinaio, stando a quanto riferisce il Ministero degli Interni, gli occupanti interessati dal provvedimento di espulsione. Sempre secondo fonti governative, si tratterebbe di persone che, senza un progetto definito, starebbero occupando illegalmente le terre sulle quali avrebbe dovuto sorgere il nuovo aeroporto di Nantes. Il progetto, che risale ormai a cinquanta anni fa, ha visto da subito una forte contrarietà, soprattutto tra gli agricoltori del posto.
Soltanto, però, una decina di anni or sono, l’occupazione dei luoghi interessati dal piano di costruzione dell’hub internazionale, si è strutturata come tale. La Zad è diventata un luogo per sperimentare e realizzare modalità alternative di produzione (agricola soprattutto, ma anche artigianale), che hanno attratto e unito realtà differenti tra loro, in un ecosistema assolutamente originale.
In un gioco politico estremamente raffinato, i governi che si sono succeduti hanno evitato di affrontare la questione, sino al referendum organizzato nel 2015 sotto la presidenza Hollande, che, sul finire di giugno, decise di consultare gli abitanti del dipartimento (Loire-Atlantique), interessato dal nuovo aeroporto.
I Sì al progetto furono più del 50%, lasciando così intendere, che nulla avrebbe più ostacolato l’inizio dei lavori. In realtà, insediatosi Macron, uno studio commissionato dall’esecutivo ha dimostrato l’inutilità, evidentemente legata a un insito anacronismo, del progetto il cui abbandono avrebbe avuto, conti alla mano, lo stesso costo per l’erario di una sua realizzazione. È successo così che il progetto di costruzione del nuovo aeroporto di Nantes è stato abbandonato, non più di tre mesi fa. L’esecutivo, però, davanti a quella che poteva sembrare una resa totale, ha deciso di dare un ultimatum a quanti occupavano le terre interessate dall’ormai abbandonato progetto d’aeroporto. L’obiettivo del governo, in buona parte realizzato, era dividere il fronte della Zad. Non è un caso, infatti, se gli sgomberi attuali sono selettivi. Non sarebbero, a conti fatti, tutti i vecchi occupanti a essere interessati dalle espulsioni, manu militari, ma soltanto coloro che non hanno dimostrato di avere un progetto reale su quelle terre. Eppure, i contorni dell’operazione restano da verificare.
L’operazione di sgombero potrebbe durare alcuni giorni, nonostante le autorità dichiarino di essere a buon punto. Per il momento, in seguito agli scontri di ieri, ci sarebbero almeno sei feriti tra gli zadisti mentre, sempre nella mattinata di ieri, un gendarme sarebbe stato ferito a un occhio. Per la serata di ieri, due manifestazioni, erano convocate rispettivamente a Nantes e a Rennes.
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