Le primarie interne al partito conservatore si sono concluse ieri con un risultato sorprendente: su 534 voti, Yoshihide Suga ha vinto con un ampio margine sui suoi rivali.

Le dimissioni del premier nipponico Shinzo Abe, annunciate lo scorso 28 agosto per motivi di salute, avevano scosso il Giappone e scatenato il panico nel partito di maggioranza, il Partito liberal democratico. Tra proclami e indirizzi politici, le primarie interne al partito conservatore si sono concluse ieri con un risultato sorprendente: su 534 voti – 393 dei legislatori Ldp e 141 rappresentanti di partito da tutto il paese – Yoshihide Suga, l’influente braccio destro del premier uscente, ha vinto con un ampio margine ottenendo 377 voti e adombrando i suoi rivali Shigeru Ishiba, ex ministro della Difesa ed eletto con 68 voti, e Fumio Kishida, ex ministro degli Esteri e scelto da 89 membri dell’Ldp. Durante l’annuncio della vittoria, la tranquillità sul volto di Suga non ha tradito la compostezza di chi, a breve, potrebbe essere nominato primo ministro giapponese: domani, infatti, il nuovo leader politico dovrebbe essere votato come premier dalla Dieta, il parlamento, dove la coalizione di governo guidata dall’Ldp ha la maggioranza.

LA STABILITÀ POLITICA, promossa da Suga sin da quando ha formalizzato la sua candidatura lo scorso 2 settembre, ha conquistato il partito conservatore che inizialmente non lo considerava tra i favoriti. Nel discorso di ringraziamento, il neo leader dell’Ldp ha affermato l’intenzione di continuare le politiche promosse dall’ex premier che ha guidato il Giappone per quasi otto anni. Suga cercherà di proseguire l’Abenomics, il piano di economia fortemente espansiva promosso da Abe, senza però mettere in secondo piano le sue ambizioni: digitalizzazione dell’apparato burocratico e maggiori risorse per il settore del turismo e dell’agricoltura, coinvolgendo soprattutto le aree fuori dalle principali zone metropolitane; inoltre, il futuro premier vuole anche cambiare il triste dato che conferma il Giappone come secondo Paese al mondo per invecchiamento della popolazione, attraverso una riforma del sistema sanitario per coprire il costo dei trattamenti per l’infertilità.

In politica estera, a pesare sul nuovo esecutivo saranno i rapporti con i vicini , in particolare con la Cina e la Corea del Nord. Prima della nomina come leader dell’Lpd, Suga aveva confermato l’importanza dell’alleanza con gli Stati uniti, affermando la volontà di stringere relazioni “strategiche” anche con Pechino e Pyongyang. A livello internazionale, inoltre, dovrà rafforzare la posizione economica del Giappone: in suo aiuto arriva il primo trattato di libero scambio firmato qualche giorno fa con il Regno Unito post-Brexit, che entrerà in vigore dal 2021.

I DUBBI SUL SUO MANDATO sono molti, anche perché il 71enne Suga si è contraddistinto in quasi trent’anni di carriera politica per essere l’outsider che ha raggiunto la vetta del potere senza vantare parentele e legami diretti con l’elite di Tokyo. Entrato in parlamento nel 1996 e diventato nel 2012 segretario di governo, Suga, che non si è mai vergognato delle sue umili origini, ha agito per quasi otto anni all’ombra di Abe. La sua immagine politica, molto forte sul piano nazionale, è stata alimentata con quotidiani incontri stampa istituzionali: a lui, infatti, è toccato il compito di proclamare il nome della nuova era imperiale Reiwa.

Molti si aspettano da lui concretezza politica di fronte alle sfide del momento: pandemia, inflazione e Olimpiadi. Sarà dura per Suga mantenere viva l’eredità politica di Shinzo Abe.