«Yes we scan». In attesa di conoscere la sorte di Edwar Snowden – l’ex consulente Cia che ha rivelato il gigantesco piano di intercettazioni illegali messo in atto dagli Usa e che è ancora bloccato all’aeroporto moscovita di Sheremetievo – gli internauti scatenano la fantasia satirica. Lo scandalo del Datagate imbarazza infatti fortemente l’amministrazione Obama e le sue promesse di trasparenza con cui aveva contrastato i piani dei Repubblicani. Il programma Prism – ha invece rivelato Snowden – spiava le comunicazioni private negli Usa e negli altri stati, cambiando solo il nome rispetto a quello autorizzato da Bush dopo l’11 settembre 2001. Col Prism, Usa e Gran Bretagna controllavano anche i loro alleati.

[do action=”quote” autore=”Nicolas Maduro, presidente del Venezuela”]«Siamo pronti proteggere il giovane Snowden per evitare che scriva il seguito del film Terminal di Spielberg»[/do]
In base ai documenti di Snowden, ieri Der Spiegel ha spiegato come l’Agenzia nazionale di sicurezza (Nsa) degli Stati uniti ha spiato l’Unione europea (Ue) e l’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). Per questo sono in tanti a voler mettere le mani sugli «oltre 200 documenti delicati» che l’ex tecnico informatico ha intercettato quando lavorava per il contractor della Nsa Booz Allen alle Hawaii. «Snowden ci rivela che la libertà che pensavamo di avere con la diffusione globale delle nuove tecnologie è una libertà sorvegliata», ha detto ieri a Roma Ignacio Ramonet, intervenendo in un ciclo di conferenze organizzate dalla Fondazione Lelio Basso. Libertà sotto tutela che si riflette nei resoconti dei principali media schierati a difesa della grande democrazia Usa, contro quelle che non ne accettano i diktat. È il caso del Venezuela, dove il presidente Maduro si è detto pronto a «proteggere il giovane Snowden per evitare che scriva il seguito del film Terminal di Spielberg». Ed è il caso dell’Ecuador, il cui presidente Rafael Correa, ha dichiarato di rinunciare agli accordi commerciali agevolati da Washington per sottrarsi alle minacce di ritorsione. Ieri Correa ha detto che il vicepresidente statunitense Joe Biden gli ha chiesto «cortesemente» di respingere la richiesta di Snowden. Una svolta nel caso della “talpa” potrebbe determinarsi domani, quando le diplomazie di Russia, Cuba, Venezuela e Ecuador si riuniranno a Mosca a lato del Forum dei paesi esportatori di gas per discutere della faccenda.