Israa Abu Khusaa, 6 anni, non ce l’ha fatta. I medici hanno fatto di tutto per salvarla ma le sue ferite erano troppo gravi. La piccola di Gaza si è spenta poche ore dopo la morte del fratello Yassin, 10 anni, colpito dalle schegge dell’esplosione dei missili sganciati ieri, prima dell’alba, da aerei israeliani contro una presunta base della sicurezza di Hamas nella città di Beit Lahiya. I due bambini stati colpiti nel sonno. Un terzo fratello, di 13 anni, è rimasto ferito e anche lui lotta tra la vita e la morte in ospedale. Per Beit Lahiya sono ritornati gli incubi dell’operazione “Margine Protettivo”, dei bombardamenti israeliani. La famiglia Abu Khusaa aveva riparato la casa rimasta danneggiata nell’estate del 2014 ed aveva ripreso la sua vita di tutti giorni. Una vita che è stata sconvolta per sempre dalle esplosioni dei missili. Le forze armate israeliane, attraverso il portavoce Peter Lerner, non hanno commentato le accuse palestinesi di aver ucciso i due bambini. Lerner si è limitato a riferire che l’aviazione ha colpito quattro siti di Hamas in risposta al lancio di razzi da Gaza, qualche ora prima, in direzione del sud di Israele (sono caduti in aree aperte senza fare danni). E ha ricordato che dall’inizio dell’anno sono stati sette i razzi lanciati dai palestinesi.

Yassin Abu Khusaa è stato sepolto nel cimitero di al-Salatin. I funerali della sorellina Israa erano previsti la scorsa notte. Quello di ieri è stato l’attacco aereo più duro contro Gaza dal cessate il fuoco dell’agosto 2014. Vittime civili comunque non sono mancate in questo ultimo anno e mezzo. Lo scorso ottobre un raid aereo contro un presunto campo militare di Hamas provocò, non lontano da Gaza city, due vittime civili. Una donna incinta e sua figlia di due anni furono uccise dal crollo della loro abitazione causato dall’onda d’urto delle esplosioni ravvicinate. Un mese fa un bambino di 5 anni è stato dilaniato dallo scoppio di una bomba sganciata nel 2014 e rimasta inesplosa sul terreno. E oltre venti palestinesi, in gran parte giovani, sono stati uccisi dai soldati durante manifestazioni a ridosso della linea di confine tra Gaza e Israele.

Non sono mancati anche i lanci di razzi, compiuti quasi sempre da gruppi salafiti. Israele però ritiene Hamas responsabile del rispetto della tregua e prende di mira le sue basi ogni volta che da Gaza parte un razzo. È possibile che i comandi militari questa volta abbiamo voluto dare un avvertimento più “concreto” mentre la stampa israeliana diffonde notizie su nuove gallerie sotterranee che Hamas starebbe scavando in previsione di un nuovo conflitto con Israele. Tutto ciò mentre si parla con insistenza di una possibile intesa tra Tel Aviv e Ankara per la costruzione di un porto galleggiante davanti alla costa di Gaza, in cambio, pare, di una tregua di lunga durata e della restituzione a Israele dei resti di due soldati rimasti uccisi nel 2014 nonchè di un beduino israeliano e di un ebreo etiope prigionieri di Hamas.

I conflitti però non si combattono solo sul terreno ma anche nell’etere. Un messaggio del movimento islamico venerdì seera ha interrotto per alcuni minuti l’edizione israeliana del “Grande Fratello” su Canale 2. Sul video è comparso un proclama in arabo e in ebraico nel quale si esortava gli israeliani a lasciare il Paese in previsione di nuovi attacchi. Subito dopo la compagnia satellitare francese Eutelsat ha fatto sapere che smetterà di trasmettere il canale tv Al-Aqsa, legato ad Hamas, con una decisione seguita, pare, a una telefonata tra il premier israeliano Netanyahu e il presidente Hollande.