Questa volta niente treno e niente misteri: la Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale cinese, ha subito dato la notizia dell’incontro avvenuto tra il presidente cinese Xi Jinping e il leader nordcoreano Kim Jong-un avvenuto ieri a Dalian, nord ovest cinese.

I DUE LEADER hanno chiacchierato e il loro improvviso – almeno per la stampa occidentale – meeting lascia pensare a un’ulteriore preparazione di Cina e Corea del nord per quanto riguarda il tanto atteso summit tra Kim e Trump. Ma di sicuro tra i due un argomento centrale sarà stata la successiva – se davvero ci sarà incontro con Usa e progressiva distensione – cooperazione economica.

LA COREA DEL NORD, proprio per bocca di Kim e del partito dei lavoratori, ha lasciato intendere di essere pronta a intraprendere una strada che conduca a migliorare le condizioni economiche della propria popolazione. Da un lato, dunque, c’è sicuramente la speranza che di fronte a un atteggiamento collaborativo di Pyongyang, vengano a cadere alcune delle sanzioni ora attive; dall’altro c’è la speranza che non solo la Cina cooperino con Kim affinché arrivino investimenti per infrastrutture e zone economiche speciali. E c’è da credere che Pechino voglia ricordare a Kim chi ha sempre garantito la vita del regime nordcoreano dal 1953 fino a oggi. Il leader nordcoreano, da parte sua, ha voluito specificare che «Nel momento in cui le parti interessate eliminano politiche ostili e minacce alla sicurezza della Corea del nord, la Corea del nord non ha bisogno di armi nucleari e la denuclearizzazione è un risultato ottenibile». Non mancano punti oscuri: primo fra tutti Donald Trump.

IERI XI LO HA SENTITO al telefono, discutendo della necessità di raggiungere un accordo sui dazi e sulla Corea del nord. Ma poco dopo Trump ha annunciato l’uscita degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano. Non proprio un buon viatico per sedersi a un tavolo con lui e discutere di denuclearizzazione.