Dopo i ripetuti scambi di minacce tra Donald Trump e Kim Jong-un ieri il presidente Xi Jinping è intervenuto in modo diretto, chiamando al telefono il suo omologo americano. Nel corso del colloquio telefonico, stando a quanto dichiarato dall’agenzia di stampa ufficiale della Cina, la Xinhua, i due si sarebbero detti concordi che Pyongyang «deve fermare il suo comportamento provocatorio».

MA LA CINA, alleato storico della Corea del Nord nonostante lo scetticismo degli ultimi tempi – ha voluto sottolineare anche le responsabilità americane in questa fase di grande tensione (con il Giappone che ha schierato i propri missili difensivi e l’intera comunità internazionale intervenuta per placare gli animi): Pechino ha chiesto tanto a Washington quanto a Pyongyang moderazione per evitare ulteriori scossoni, affermando che deve esserci una risoluzione pacifica alla questione del programma nucleare nordcoreano.

«Le parti coinvolte devono evitare dichiarazioni e azioni che aumentino la tensione», ha detto Xi Jinping a Trump, assicurando, secondo quanto riporta la Xinhua, che la Cina «è disposta a lavorare con il governo Usa per risolvere la questione». Pechino dunque riapre a un tentativo di operare diplomaticamente insieme agli Stati uniti, magari con la possibilità di allargare i partecipanti a un tentativo ormai in extremis di riportare la Corea del Nord a un tavolo di negoziato.

L’ideale sarebbe, come nel caso dell’accordo sul nucleare con l’Iran, stendere un’agenda di obiettivi fattibili, che consenta a Kim di sedersi a negoziare, senza perdere la faccia.

QUESTO TENTATIVO DI XI, però, sembra scontrarsi con la consueta imprevedibilità di Donald Trump. Stando a indiscrezioni pubblicate da Politico, lunedì il presidente americano inviterà il suo rappresentante per il commercio Robert Lighthizer a indagare sulle pratiche della Cina legate alla proprietà intellettuale. Non si tratta di una novità, ma la tempistica stupisce, anche perché proprio settimana scorsa Trump aveva rimandato questo atto, dal momento che la Casa bianca faceva pressioni per ottenere la cooperazione della Cina per porre un freno al programma nucleare della Corea del Nord, ottenendo, per altro, l’ok della Cina alle sanzioni dell’Onu. Politico riporta che non è ancora chiaro quanti dettagli Trump fornirà nell’eventuale annuncio, ma ci si aspetta tariffe più alte sui beni importati dalla Cina.