Il fronte sud si infiamma ancora, ma questa volta nel mirino sono tornate le città ucraine della costa. Odessa e Mykolayiv sono state colpite di nuovo da pesanti bombardamenti russi durante la giornata di ieri, probabilmente in risposta agli attacchi (ancora non rivendicati) che le truppe di Mosca hanno subito in Crimea.

Secondo il portavoce dell’amministrazione regionale di Odessa, Segiy Bratchuck, diversi missili X-22 lanciati da aerei strategici hanno colpito alcune strutture turistiche nel distretto di Zatoka, distante poche decine di chilometri dal capoluogo. Il bilancio è di cinque feriti e nessuna vittima, ma i pompieri sono ancora all’opera per spegnere il grande incendio causato dalle esplosioni. Zatoka era già stata colpita il mese scorso: secondo fonti russe, nelle strutture adiacenti ai resort turistici sarebbero acquartierati alcuni reparti dell’esercito di Kiev. Al momento Mosca non ha speso parola su questo nuovo attacco.

A POCA DISTANZA, nella martoriata Mykolayiv, è stato colpito nuovamente il quartiere dell’università locale. Secondo il sindaco, Oleksandr Sienkevych, l’artiglieria russa avrebbe lanciato due missili contro l’Università nazionale del Mar Nero «Petro Mohyla» senza causare vittime ma danneggiando diversi edifici civili.

Sarebbero sei i missili lanciati sulla città portuale, ma non è chiaro quanti di questi siano stati intercettati dalla contraerea. Senkevych ha ricordato che solo pochi giorni fa aveva pubblicato un video che dimostrava l’assenza di una base militare nei locali dell’università accusando, ancora una volta, i russi di attacchi deliberati contro obiettivi civili.

DALL’ALTRO LATO DEL FRONTE, nel distretto di Kherson occupato dai russi, anche ieri sarebbero continuati gli attacchi dalla distanza delle batterie ucraine. Il comando militare «Sud» e diversi funzionari hanno diffuso online le immagini di una base militare russa a Nova Karkhova in cui avrebbero perso la vita tra i 10 e i 15 soldati russi oltre a un numero imprecisato di feriti. Tuttavia, dato che non si tratta del primo bombardamento ucraino nella zona, non è chiaro se le immagini si riferiscano alla giornata di ieri o a un attacco precedente.

Ricordiamo che questo tipo di operazioni è reso possibile dai nuovi sistemi Himars e medio raggio che sono stati forniti all’Ucraina dagli Usa. I russi affermano di averne messi fuori uso diversi e di recente il ministro della Difesa di Mosca e fedelissimo di Putin, Sergei Shoigu, aveva dichiarato che «gli Himars vengono distrutti costantemente durante le battaglie». Di tutt’altro avviso il suo omologo ucraino, Oleksiy Reznikov, che intervenendo alla trasmissione Voice of America ha chiarito che «non è stato perso un solo Himars» dei 16 forniti dagli Usa dal 1° agosto a oggi, aggiungendo che le notizie russe in merito sarebbero solo «ridicola propaganda».

SEMPRE SUL FRONTE SUD, ieri c’è stato un nuovo passaggio di consegne ai vertici delle forze armate russe. Secondo la testata Ria Novosti Crimea, il presidente Vladimir Putin ha rimosso il comandante della flotta russa del Mar Nero, Igor Osipov, sostituendolo con il vice-ammiraglio Viktor Sokolov. Il cambio al vertice è stato diretto, senza cerimonie o comunicati di rito, il che lascia pensare che il Cremlino sia molto insoddisfatto dei recenti attacchi subiti dal suo esercito a Saki e Mayskoye, entrambi in Crimea. Negli ultimi giorni, del resto, diversi istituti di ricerca militare avevano segnalato il ripiegamento della flotta russa di stanza nella penisola, evidenziandone il graduale allontanamento dalle coste ucraine e la ridotta attività balistica.

Inoltre, oggi si terrà un incontro tra il presidente ucraino Zelensky, il leader turco Erdogan e il Segretario generale delle Nazioni unite Guterres a Leopoli. Secondo il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, Guterres discuterà della situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

I DUE PRESIDENTI, d’altro canto, dovrebbero valutare «gli aspetti delle relazioni turco-ucraine a livello di partenariato strategico» e fare un primo bilancio dopo la riapertura delle rotte marittime per l’esportazione dei cereali dai porti ucraini.