Vincitore a Sanremo del Premio della Critica nella categoria Nuove Proposte con il brano Lezioni di volo, Wrongonyou – all’anagrafe Marco Zitelli – è in procinto di pubblicare la sua ultima fatica discografica. Talento italiano, dal sapore internazionale, Wrongonyou ha valicato spesso i confini del nostro paese per viaggiare e portare la sua musica nei più importanti festival internazionali (dal Primavera Sound a Barcellona al South by Southwest in Texas) e aprire i concerti di artisti del calibro di James Blake, Mika e The Lumineers. Oggi il cantautore romano ha scoperto l’importanza delle radici e, non a caso, il nuovo album Sono io – terzo album di inediti in uscita il 12 marzo – miscela, con misura ed equilibrio, la concretezza e la fisicità delle chitarre e un lavoro di effettistica sulla voce che ricorda band come i 1975 e Bon Iver. Al quale ha dedicato una traccia del disco, la più sorprendente per maturità compositiva e spoliazione.

«HO VOLUTO FIN DA SUBITO utilizzare dei suoni non convenzionali» spiega «Ho cercato un punto d’incontro fra i miei artisti stranieri di riferimento e il cantautorato di casa nostra. Canto in italiano solo da un paio d’anni e quest’ultimo disco è il proseguimento del lavoro iniziato con Milano parla piano, l’album precedente. Prima scrivevo in inglese maccheronico visto che mi aiutava con le melodie. Oggi invece parto molto spesso dalle parole e cerco di musicarle. In Sono io ho voluto sottolineare la materialità della musica, utilizzando in alcuni brani svariate ritmiche del corpo. Come i piedi che battono sul parquet e le mani che fungono da rullante. Ho voluto abbandonarmi anche alla mia passione per la chitarra fingerpicking, sperimentando anche nelle modalità di registrazione. Ho voluto mettere più legno possibile insomma, in un’epoca dove le chitarre sono quasi sempre fatte al computer».

IL DISCO È NATO durante il lockdown, un periodo in cui Wrongonyou si è ritrovato per la prima volta da solo e alle prese con un bilancio esistenziale e artistico «In Sono io non è rimasto nulla delle tracce che avevo registrato prima dello scorso marzo» racconta il cantautore romano «Ho buttato tutto. Ho deciso di essere onesto innanzitutto con me stesso e mi sono messo a nudo. Come mai era accaduto prima. Forse è stata la conseguenza della recente scoperta della canzone italiana. Ho ascoltato, in modo concreto, La collina dei ciliegi di Lucio Battisti soltanto di recente. E mi è esploso il cervello!».