Ora che la recessione è «tecnicamente» finita, non vorrete far cadere il governo Letta? Si rischia un «grande impatto negativo» sulla crescita, questo fiore nel deserto. Non s’interrompe un’emozione sul più bello. L’economista Nouriel Roubini, Franco Bernabé (Telecom), Franco Bassanini (Cassa Depositi e Prestiti), e via via molti degli invitati al seminario Ambrosetti a Cernobbio hanno ribadito le «indiscrezioni» filtrate dal Quirinale. Insieme stanno provando a costruire una cintura sanitaria attorno al figlio delle grandi intese, il governo che si avvia ad affrontare il calvario della legge di Stabilità. Un governo che sembra rischiare di cadere, falchi o colombe del Pdl permettendo, il 9, il 10, o l’11 settembre – o quando sarà – dopo la «decadenza» da senatore della Repubblica di Silvio Berlusconi. Il depositario della golden share del «futuro» di un paese, o almeno dei prossimi 18 mesi del suo governo, ieri è stato il convitato di pietra di Cernobbio. Sono stati in molti a rivolgergli almeno una preghiera, suggestionati dall’annuncio di una contrazione della recessione dal -0,6% a -0,2% nei primi sei mesi del 2013 che scambiano per una «crescita». Se al prossimo trimestre verrà registrato un +0,1%, cosa faranno banchieri, commis d’État e largointesisti di tutte le sfumature? Abbozzeranno una danza della pioggia.
«L’Italia è un grande fattore di rischio ha detto Roubini in un’intervista a Bloomberg – perché sta minacciando di togliere la spina al governo Letta. Potrebbe essere un bluff. Ma se non lo è, l’Italia rischia di trovarsi senza un Esecutivo prima ancora di avere definito il budget». «Il paese non può permettersi l’instabilità politica in questo momento» ha aggiunto Franco Bassanini. «Se il governo cade, non aiuta il Paese» ha rafforzato il concetto Franco Bernabé. Sono lontani i tempi quando la madonna Berlusconi – quella che oggi regge il governo – escludeva l’esistenza della crisi. Gli italiani andavano al ristorante. Ci vanno anche oggi, forse un po’ di meno, ma il sentiment dei mercati sembra essere cambiato. Prima lo disprezzavano, adesso lo adulano. Il televoto organizzato al workshop ha previsto una crescita della Borsa del 23% negli ultimi quattro mesi del 2013. Quelle mondiali macinano record su record. L’età dell’oro sembra tornare, ma forse è solo un’altra bolla speculativa che sta per esplodere. La «crescita», se ci sarà, resterà «debole» dicono dall’Fmi. L’Italia è «tecnicamente» in recessione da due anni: -1,8% nel 2013, -2,4% nel 2012 e non «cresce» da almeno tre lustri. Ciò che però interessa a Cernobbio è solo il «valore» della «governabilità». Per Roubini il «rischio geopolitico» per l’Europa sarebbe addirittura pari ad una guerra in Siria. Praticamente il voto al Senato su un pregiudicato avrà la stessa importanza di uno all’Onu. Berlusconi non può fare cadere la sua creatura.

Già, perché dovrebbe?