Proprio mentre in Italia esce il trailer di Un giorno di pioggia a New York – il film di Woody Allen scaricato da Amazon e sinora invisibile, nelle nostre sale dal 10 ottobre – il regista ha subito una sconfitta parziale nella sua causa da 68 milioni di dollari alla compagnia di Jeff Bezos, che ha rescisso un contratto con lui per quattro film (il primo era La ruota delle meraviglie, del 2017, e il secondo proprio Un giorno di pioggia a New York). Allen aveva intentato causa alla multinazionale lo scorso febbraio sostenendo che non ci fossero «motivi fondati» per terminare il contratto sulla base di una vecchia accusa dalla quale era stato prosciolto – quella di molestia sessuale nei confronti della figlia adottiva.

«COMPRESO in un contesto più vasto – #MeToo e i commenti di Allen in merito, ndr – le azioni di Allen e le loro conseguenze hanno fatto si che Amazon non potesse mai trarre beneficio dall’ ’agreement’ per quattro film (nonostante abbia già pagato Allen 10 milioni di dollari alla firma del contratto)» – recita invece l’istanza di rigetto della multinazionale nei confronti di parte della causa del regista.

Una motivazione che sembra aver trovato d’accordo la giudice federale Denise Cote che ieri ha accolto l’istanza di Amazon e ha stabilito che Allen non potrà rivalersi contro il contratto firmato complessivamente con la multinazionale, ma solo provare a dimostrare che questa gli ha arrecato danno terminando dei singoli progetti.
Da maggio, Allen è tornato proprietario dei diritti del suo Un giorno di pioggia a New York – che uscirà per ora solo in alcuni paesi europei – e attualmente è al lavoro, in Spagna, sul suo prossimo progetto: Rifkin’s Festival.