Le autorità cinesi hanno approvato e registrato il nuovo progetto di Wong Kar-wai, Chungking Express 2020, che potrà ora procedere con il piano di produzione. La notizia, riportata ieri da «Variety» fa riflettere sullo stato del cinema a Hong Kong, in particolare sul lavoro di quei registi, e Wong Kar-wai è tra questi, che negli anni Novanta, precedenti e a cavallo il ritorno dell’ex-colonia britannica al controllo della Cina hanno dato vita a un’irruente «ondata» di immaginari. Avrebbe, per fare un esempio, mai girato In the Mood for Love (2000) Wong Kar-wai – di cui ora è stato realizzato il restauro in 4k per i vent’anni – che è stato il suo successo – e per certi aspetti pure la sua dannazione visto che poi talmente era divenuto un cult adoratissimo e lui quasi una rockstar da diventare un impasse per andare avanti.

MA SOPRATTUTTO: sarebbero stati possibili i film con cui lo abbiamo scoperto, As Tears Go By (1988), Days of Being Wild (1991) Ashes of Time (1994)? Probabilmente, anzi sicuramente no, troppo disturbanti, ambigui o chissà che altro per i censori di stato – meglio «normare» per cosa poi chissà. In quegli stessi anni Novanta del resto in Cina – che pure non era quella di oggi, la censura era assai vispa: la generazione dei registi di Tien An Men era stata massacrata – arriverà poi il più giovane Jia Zhangke – il suo esordio Pickpocket è del 1997 – – mentre oggi autori come Zhang Yimou che dai primi film, negli anni Ottanta, hanno attraversato molti generi con esiti anche assai alterni, si sono visti bloccare il film. La sua ultima opera, One Second, sulla Rivoluzione culturale, annunciata alla scorsa Berlinale, era poi stata ritirata con fumose spiegazioni – «problemi tecnici» – e solo da ieri sembra che finalmente abbia il via libera per uscire in Cina anche se non c’è ancora una data.
Chungking Express 2020, riprende il titolo di un precedente film di Wong del ’94, e ne sembra essere un po’ il seguito, trasportando le storie d’amore che vi si intrecciavano in un prossimo futuro