Chi ha ucciso Willy Monteiro Duarte con «colpi assestati e non casuali», come certifica l’esame autoptico, sapeva quello che stava facendo. Ecco perché l’accusa nei confronti dei quattro arrestati e di eventuali altre persone coinvolte è cambiata da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario (doloso), con l’aggravante dei futili motivi. Il pm Luigi Paoletti ha modificato ieri il capo di imputazione, e per gli indagati Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, in caso di condanna, si prospetta ora il rischio dell’ergastolo (pena minima prevista 21 anni). Non fa piacere, mette i brividi.

LA PROCURA DI VELLETRI ha smentito che al momento ci siano altri indagati, anche se alcuni testimoni ricordano che quella notte, nel centro di Colleferro, in cinque si accanirono con calci e pugni contro il giovane cuoco di Paliano, anche quando era ormai a terra, incapace di rialzarsi. C’è però una studentessa di giurisprudenza, che ha assistito casualmente alla scena ed ha fornito la versione più dettagliata e affidabile dell’accaduto, che accusa invece solo i quattro arrestati (il quinto non sarebbe sceso dall’auto). Ma, assicura la testimone, tutti e quattro avrebbero colpito con la stessa folle violenza quel ragazzino inerme.

In effetti il prof. Saverio Potenza, che ha eseguito l’autopsia, fin da subito ha potuto accertare, e certificare con una prima relazione, la presenza sul cadavere di numerose lesioni nelle aree del cranio, del collo e del torace, procurate da colpi netti, da manuale di arti marziali (non solo Mma). Lesioni incompatibili, sembrerebbe, con l’ipotesi che a colpire sia stato solo uno dei balordi, magari solo con un colpo casualmente mortale.

GLI INQUIRENTI PERÒ stanno continuando ad interrogare i presenti, compreso un nuovo testimone che si è presentato spontaneamente, secondo il quale Pincarelli e Belleggia avrebbero avuto un ruolo secondario nel pestaggio. Il ragazzo però fornisce dei dettagli (l’ambulanza è arrivata in 40 minuti, dice, smentiti dallo stesso 118). Gli investigatori stanno cercando di rintracciare anche le tre ragazze che – secondo la versione fornita – stavano facendo sesso con i fratelli Bianchi e un loro amico nei pressi del cimitero, quando i «gemelli» (come vengono chiamati nel circondario per via della forte somiglianza) ricevettero la telefonata di “reclutamento”.

E ancora non sarebbe stato ascoltato neppure Omar Shabani, il ragazzo che era in macchina sulla via del ritorno verso Artena con i Bianchi e con Michele Cerquozzi, e che su Facebook si era detto pronto a raccontare la «verità» (post subito dopo cancellati) prendendo le difese dei fratelli Marco e Gabriele.

IL SINDACO DI ARTENA, paese di residenza dei quattro violenti, ha comunque annunciato che il Comune si costituirà parte civile nell’eventuale processo a loro carico.

Ieri intanto la palestra dove i fratelli Bianchi si allenavano nelle Arti marziali miste, la Millennium sporting center di Lariano, è stata chiusa, almeno fino al 15 settembre prossimo. Non tanto perché addestrasse «macchine da guerra», come qualcuno paventava, ma perché i Carabinieri del Nas e la Polizia amministrativa, nel corso di una verifica effettuata giovedì, l’avrebbero trovata non in regola con le norme anti-Covid, con quelle della sicurezza sui luoghi di lavoro e pure dedita allo sfruttamento di lavoratori in nero. Chiusura che però forse si è resa necessaria anche per evitare problemi di ordine pubblico nei prossimi giorni, in attesa che si affievolisca l’ondata indignazione (fuorviata) contro quel certo tipo di palestre, e per rispondere anche alla richiesta populista di «giustizia» forfettaria.

OGGI INTANTO A PALIANO sono attese migliaia di persone per il funerale del giovane massacrato. Nel campo sportivo comunale, indossando un capo di colore bianco in segno di «purezza», come richiesto dai familiari, si terrà una cerimonia alla presenza del premier Giuseppe Conte e del presidente della regione Lazio, oltre che segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Niente foto o riprese: le immagini rimarranno solo nella memoria dei presenti.