Wikileaks ha denunciato ieri un pesante attacco hacker contro i propri server poche ore prima la pubblicazione di centinaia di migliaia di documenti relativi alla «struttura di potere politica in Turchia alla vigilia del tentato golpe» e, più direttamente, al presidente Erdogan e al suo entourage.

Pur non dicendosi certo del responsabile, il sito pensa ad un coinvolgimento dell’intelligence di Ankara: «La nostra infrastruttura è sotto grave attacco – si leggeva ieri su Twitter – Non siamo sicuri della sua reale origine, ma la tempistica fa pensare allo Stato turco o ai suoi alleati».

Che qualche tipo di censura fosse nell’aria, Wikileaks lo immaginava già: «I turchi saranno probabilmente censurati per impedire loro di legge le centinaia di migliaia di documenti su chi sia dietro il colpo di Stato».

Secondo quanto dichiarato, si tratterebbe di 300mila mail di funzionari governativi e 500mila documenti. Ma il più noto sito di whistleblowing, fondato nel 2006 da Julian Assange, promette di reagire e pubblicare a breve il materiale promesso. Che, tiene a precisare Wikileaks, «non è né anti né pro Akp \[il partito di governo guidato di Erdogan, ndr\], ma allo stesso tempo lo aiuta e lo danneggia».