Un’altra giornata campale per i 340 operai Whirlpool di Napoli. Nel giorno in cui scadeva la procedura di licenziamento, il governo si era impegnato a intervenire per convincere la multinazionale americana a bloccare i tempi e concedere altre settimane per permettere al «consorzio» messo assieme a Invitalia per la reindustrializzazione della fabbrica di via Argine.
Ma il tavolo convocato alle 9 alla presenza dei ministri Giorgetti – che in serata era invece a Varese a chiudere la campagna elettorale con Salvini per salvare il sindaco a rischio sconfitta – e Orlando è prima slittato per attendere il pronunciamento del tribunale di Napoli sul ricorso per comportamento antisindacale dell’azienda – slittato al 22 ottobre – e poi per la volontà di Whirlpool di non accettare la proposta del governo di sospendere la procedura.
Whirlpool ha però confermato di voler chiudere la procedura sui licenziamenti collettivi per 340 lavoratori alla scadenza prevista per ieri «avendo preso atto degli sforzi importanti che gli attori hanno fatto» a lavorare fino al 29 ottobre prossimo «con l’obiettivo di lavorare ad un accordo vincolante con il Consorzio e le parti sociali per definire la transizione delle persone e degli asset entro e non oltre il 15 dicembre». Come dire: la procedura è finita e i lavoratori sono licenziabili in qualsiasi momento. Dura la reazione della viceministra Alessandra Todde (M5s): «Non comprendiamo il perché l’azienda voglia chiudere la procedura oggi nonostante il tribunale si sia aggiornato. Sono in costante contatto con i ministri Orlando e Giorgetti. Torniamo a confrontarci con l’azienda».
Molto critica con il governo la Fiom: «È necessario che il governo, che ci ha preso in giro sulla partecipazione al tavolo oggi, intervenga sulla proprietà americana, da qui non ce ne andiamo finché non sarà trovata una soluzione che scongiuri i licenziamenti», dichiarano Barbara Tibaldi e Rosario Rappa.
Al momento d’andare in stampa l’esito più probabile è un «mancato accordo» che lasci Whirlpool con mani libere sui licenziamenti.