Alla fine del percorso di acquisizione della Indesit da parte della statunitense Whirlpool ci sono gli esuberi, 1.340 circa. L’anno scorso il governo applaudì la fusione, ieri al ministero dello Sviluppo il colosso Usa ha presentato il piano industriale. Nel 2013 l’Indesit aveva già provveduto a chiudere l’impianto di Teverola nel casertano e prevedere un taglio del 30% del personale. All’epoca la Fiom avvisò l’esecutivo che la famiglia Merloni stata trattando la vendita dell’azienda e i sacrifici chiesti non sarebbero bastati a salvaguardare l’occupazione.
Quando si licenzia si addolcisce la pillola con gli investimenti, così la Whirlpool prevede di impegnare 500 milioni in quattro anni, a fronte degli 83 milioni che erano stati annunciati da Indesit. Il piano prevede di riportare in Italia i prodotti delocalizzati in Cina, Polonia e Turchia (con un aumento della produzione da noi da 5,6 a 6,2 milioni), la chiusura dell’impianto di Carinaro nel casertano (830 dipendenti diretti più 500 nell’indotto) e del sito di ricerca e sviluppo di None (Torino, 90 impiegati), mentre le produzioni di Albacina (600 operai) verrebbero spostate nel vicino sito di Melano, così il polo di Fabriano diventerebbe il più grande in Europa per la produzione di piani cottura.
Si prevede poi il rafforzamento di Cassinetta (Varese) con tutti i modelli da incasso e una crescita dell’occupazione di 280 unità. A Siena i congelatori, a Comunanza lavatrici e lavasciuga. Nel centro nord finiscono anche il 70% della spesa per ricerca e sviluppo stanziate per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). In sostanza si fugge dalla Campania, dove resta il solo sito di Napoli (con un futuro incerto) per le lavatrici di fascia alta.
«Si crea per noi un’opportunità unica per espandere la leadership globale di Whirlpool anche alla regione Emea», ha dichiarato ieri l’ad Italia, Davide Castiglioni, che sui licenziamenti non si è scomposto: sono state aggiunte 400 unità al taglio già previsto da Indesit «per minimizzare l’impatto sulle persone e sulle comunità». La multinazionale fa sapere di essere disponibile a discutere, non procederà a licenziamenti unilaterali fino al 2018, ma poi aggiunge «il piano è il migliore che possiamo mettere in campo». Lunedì ci sarà un incontro a Roma tra azienda e sindacati. La ministra Federica Guidi si è affrettata a esprimere soddisfazione per gli investimenti ma anche «forte contrarietà» per i licenziamenti.
Gli operai di Albacina ieri hanno bloccato la provinciale 256. Nelle Marche stato di agitazione con assemblee in tutti gli impianti. Sciopero anche a Carinaro, dove i lavoratori si sono riuniti in assemblea permanente, «presidieremo la fabbrica, è uno scippo industriale», fanno sapere. Nel casertano il 60% dei lavoratori è in cassa integrazione a rotazione, l’accordo del 2013 prevedeva che arrivassero dallo stabilimento di Melano 750 mila piani cottura, ma ne sono stati spostati solo 250mila: «È il gioco delle tre carte. Le lavatrici di fascia bassa di Teverola, che vendevano molto, vennero spostate in Turchia, ci dissero però che a Carinaro restavano i frigo a incasso e dalle Marche sarebbero arrivati i piani cottura. Adesso i frigo emigrano in Lombardia e i piani cottura restano dove stavano», spiega Massimiliano Guglielmi della Fiom.
Michela Spera (Fiom) avverte che siamo in presenza di una «vertenza Campania»: la regione «paga un prezzo altissimo in termini di occupazione, siamo alla desertificazione industriale. Governo e regione devono dire cosa intendono fare».
Non è felice neppure la Fiom di Fabriano che, con Fabrizio Bassotti, domanda: «Questa è l’operazione fantastica di cui parlava Renzi? – dice riferendosi a una frase pronunciata dal premier per salutare l’acquisizione – Whirlpool cannibalizza la Indesit e straccia l’accordo 2013». Accordo da rispettare anche per Michele Zanocco (Fim Cisl): «Tutti i soggetti impegnati, a partire dal governo, devono produrre ogni sforzo per garantirlo. Il territorio campano e quello casertano sono da tempo colpiti da pesanti processi di deindustrializzazione, producendo drammi sociali che rischiano di essere insanabili».
Il governatore campano Stefano Caldoro (in corsa per la rielezione a maggio) ieri si è ricordato di convocare i sindacati. Mentre il collega lombardo, Roberto Maroni, era felice per gli investimenti a Varese a scapito del Sud. Infine, Salvatore Vozza di Sel (anche lui in corsa per la carica di governatore campano) ha invitato Renzi a non limitarsi sabato prossimo a passeggiare a Pompei ma andare a Carinaro.