Nel corso degli ultimi cinquant’anni Whirlpool in Italia è stata largamente sussidiata da tutti i governi con più 100 milioni di euro complessivi. Dall’incrocio dei dati del registro nazionale aiuti e dalle banche dati interne alla direzioni per gli aiuti è emerso che Whirlpool ema, socio unico di Whirlpool Italia, ha fruito di diverse concessioni di aiuti di cui quasi 30 milioni nel biennio 2017-2018. L’ultima concessione contenuta nelle tabelle risale al 2020, è stata erogata dalla direzione generale per l’istruzione, la formazione, il lavoro e le politiche giovani della regione Campania per un totale di 81.446 euro. Ciononostante la multinazionale ha deciso di licenziare 344 lavoratori dello stabilimento di via Argine a Napoli. Queste somme sono presenti in un documento che sta circolando in ambienti governativi e sindacali da giorni.

Nel frattempo si susseguono gli incontri al ministero dello sviluppo economico (Mise) a Roma dove ieri si è svoltoun altro tavolo tecnico per trovare una soluzione al problema della riconversione industriale del sito di Napoli e al blocco dei licenziamenti dei lavoratori che stanno combattendo una durissima battaglia con scioperi, blocchi, blitz e manifestazioni. Al tavolo erano presenti, oltre al Mise, i sindacati e Invitalia. Il governo starebbe cercando un’intesa con aziende che operano nel settore automotive in Campania capaci di sostenere un nuovo piano industriale e riassorbendo i lavoratori in altre aziende.

«Qualora il governo dovessere avanzare una proposta industriale uguale o superiore alla Whirlpool, la esamineremo con attenzione – ha detto Francesca Re David, segretaria della Fiom- Cgil – Whirlpool è una vertenza simbolo del nostro Paese la cui forza è rappresentata dalla capacità di resistenza dei lavoratori che sono riusciti a tenere aperta la fabbrica in questi due anni di lotta»,
In un question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione sul magazzino bolognese di Logista dove sono stati licenziati complessivamente 90 lavoratori, ieri il ministro del lavoro Andrea Orlando ha ribadito che il governo sta lavorando a «un pacchetto di misure urgenti per le aziende che hanno potenzialità adeguate per restare sul mercato». «Queste vicende mettono in evidenza la debolezza degli strumenti dei quali disponiamo e su questi bisogna intervenire».

Il tema è: «Come si costringono questi soggetti [le multinazionali, ndr.] a interlocuzioni, e come si costruiscono procedure che obblighino alla responsabilizzazione».

«Sono allo studio valutazioni e proposte di intervento – ha spiegato Orlando – che prevedano a carico di imprese in via di cessazione obblighi di preventiva comunicazioni alle parti sociali, alle istituzioni centrali e periferiche; e la presentazione di piani per mitigare gli effetti occupazionali attraverso interventi di riqualificazione professionale e di politiche attive; soluzioni per la riconversione industriale dei siti o per trovare acquirenti, e rafforzare alcune misure sanzionatorie e misure interdittive sull’accesso a finanziamenti statali».