Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ieri mattina si è affacciato sui social per dare la notizia: «Voglio rivolgermi ai lavoratori Whirlpool di Napoli, l’azienda ritirerà la procedura di cessione del sito». Si tratta del macigno più grosso che, dopo cinque mesi di trattative a vuoto, la multinazionale Usa ha finalmente accettato di rimuove per tornare al tavolo e trovare un accordo. Per convincere l’azienda c’è voluto un fronte unico tra operai del gruppo, sindacati e anche il governo che su questa crisi si giocava la credibilità. In particolare il fronte 5S dell’esecutivo, a cominciare dal premier Giuseppe Conte che aveva ospitato il 15 ottobre a Palazzo Chigi i vertici Whirlpool per sentirsi però ribadire la chiusura di Napoli dal primo novembre. Patuanelli ha potuto esibire un risultato importante: «È il primo passo. Ora ci sono nuove condizioni per trovare una soluzione industriale definitiva, anche con l’impegno del governo. Un successo ottenuto grazie alla tenacia dei lavoratori. Un grazie anche ai sindacati».

È STATA SCONGIURATA la cessione del sito agli svizzeri di Prs (un’opzione rifiutata da operai, sigle sindacali e Mise) a anche la procedura di licenziamento collettivo per i 420 dipendenti diretti, procedura che avrebbe travolto anche gli oltre 500 dell’indotto. Lo stabilimento riprenderà a produrre lavatrici. Spiega il ministro: «Gli ammortizzatori sociali sono in scadenza a marzo quindi c’è tempo per trovare una soluzione industriale». Al Mise circola ottimismo, c’è la convinzione di poter mettere in campo strumenti per tenere gli elettrodomestici a Napoli senza ricorrere al piano B, cioè la cessione ma sotto la guida di Invitalia.

Alla notizia sono scattati gli applausi, qualche lacrima e il coro «la gente come noi non molla mai» tra gli operai in presidio a via Argine. Vincenzo Accurso spiega: «Vogliano un programma pluriennale, stabile. Ci sentiremo sicuri solo quando Whirlpool firmerà un nuovo accordo che parli di una progettualità a lungo termine con la produzione di lavatrici».

STAMATTINA saranno tutti in corteo a Napoli per lo sciopero generale di 4 ore dell’industria e del terziario. Non solo l’azienda Usa, sfileranno anche i lavoratori American Laundry, Almaviva, Mecfond, Auchan, Fincantieri, Atitech, Caf Italia, Selav: in pochi anni si è perso il 30% della capacità produttiva. Due ore di sciopero in tutta Italia anche per i metalmeccanici.

LA WHIRLPOOL ha spiegato in una nota: «L’azienda è pronta a continuare la produzione delle lavatrici. La decisione è stata presa per ripristinare un clima costruttivo, a fronte di una fase di mercato che rende insostenibile il sito e che necessita di una soluzione a lungo termine». L’ad Luigi La Morgia ha poi aggiunto: «Siamo pronti a investire ma non sposteremo produzioni dall’estero su Napoli. Abbiamo già fatto queste valutazioni e la risposta è no. La situazione permane critica, il nostro piano è trovare una via che garantisca l’occupazione ai dipendenti. Questo piano deve essere fatto da governo, sindacati e azienda». Dalla Fiom nazionale, Francesca Re David e Barbara Tibaldi chiedono la riattivazione del tavolo al Mise: «È un primo risultato utile anche a garantire il futuro per tutti i siti italiani – spiegano -. Ora va rafforzato il piano industriale».

Dalla Fiom di Napoli, Rosario Rappa: «Il conflitto può far cambiare idea anche alle multinazionali. Bisogna arrivare a un accordo che in maniera definitiva confermi Napoli come polo unico delle lavatrici». Cauto il segretario Generale Fim, Marco Bentivogli: «Ci sarà una tregua fino a marzo. Whirlpool conferma il calo di mercato e la volontà di cessione resta solo rinviata a inizio 2020. Non siamo alla soluzione ma abbiamo guadagnato tempo prezioso».

IL GOVERNO ha stanziato 17 milioni per la Whirlpool nel decreto Salva imprese. Luigi Di Maio ieri ha tirato un sospiro di sollievo, la prima parte della trattativa l’aveva condotta lui durante il primo governo Conte: «Ci davano tutti già spacciati e invece Whirlpool ha ritirato la cessione». I complimenti sono arrivati anche dalla sponda Pd con il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano: «Un’ottima notizia, lavoriamo insieme per il futuro dello stabilimento».