La lotta dei lavoratori Whirlpool Napoli va avanti e dopo due giorni e una notte registra una piccola vittoria. A sera i sindacalisti che da giovedì pomeriggio occupavano il ministero dello Sviluppo sono scesi e hanno comunicato ai lavoratori l’esito degli incontri. «Siamo riusciti ad ottenere qualcosa che il governo doveva fare già due mesi fa: un impegno formale di Whirlpool a cedere al “consorzio” la fabbrica di via Argine a “condizioni di favore dopo 40 giorni di valutazione obiettiva del valore” e poi aprire subito la due diligence», annuncia dentro la stazione Barberini per ripararsi dalla pioggia la segretaria nazionale Barbara Tibaldi.
Giovedì proprio su questo punto – l’ostracismo di Whirlpool a vendere lo stabilimento per speculare sulla cifra – era saltato il tavolo e si era arrivati all’occupazione del Mise.
L’altra ragione era l’assenza del governo che continuava a non dare garanzie sui tempi della reindustrializzazione da parte del “consorzio” e a non mantenere la promessa di evitare per i lavoratori il passaggio in Naspi prima di una – eventuale – riassunzione.
Sulla pelle dei 350 operai – in lotta da 909 giorni – si sta infatti giocando un vergognoso scaricabarile politico. Nel lungo elenco dei responsabili al primo posto c’è certamente il ministro Giancarlo Giorgetti, colui che nelle ore che portarono al licenziamento da parte di Whirlpool era a Varese a chiudere la campagna elettorale per il sindaco leghista (poi sconfitto). La richiesta della presenza di Giorgetti da parte dei sindacati viene disattesa da ormai tre incontri al Mise.
Allo stesso modo però giovedì mancava anche la viceministra del M5s Alessandra Todde, colei che si era più spesa e che ha rivendicato la nascita del «consorzio» per «un hub della mobilità sostenibile». Ieri è tornata e ha sancito l’accordo tra consorzio e Whirlpool e si è impegnata «a ridurre i tempi» del passaggio.
Lavoratori e sindacati poi imputano anche al ministro del Lavoro Andrea Orlando la mancata promessa di «uno strumento per far transitare i lavoratori nel consorzio senza passare dalla Naspi e dalla riassunzione».
Dal ministero del Lavoro riconoscono «di non essere riusciti a mantenere l’impegno», ma attaccano i dirimpettai del Mise: «C’è imbarazzo nel vedere convocare tavoli senza fare passi avanti. Noi – continuano le fonti del ministero del Lavoro – abbiamo pronto lo strumento per traghettare i lavoratori nel consorzio: è la “ricollocazione collettiva”, uno dei cinque percorsi previsti del nuovo ammortizzatore della Gol (Garanzia occupabilità lavoratori) con presa in carico finalizzata alla riassunzione, una politica attiva per preparare gli operai alle nuove mansioni che prevederebbe anche un’integrazione al reddito maggiore della cassa integrazione. Il problema è che il consorzio non si è ancora formalizzato e dunque manca il soggetto giuridico che possa richiedere questo ammortizzatore sociale che garantirebbe la continuità occupazionale ai lavoratori licenziati dalla Whirlpool». In pratica la promessa si è rivelata una vana speranza.
Ora si spera che il passaggio in Naspi – che, visto il preavviso di Whirlpool sul licenziamento, partirà a 30 giorni dalle lettere e dunque dal 3 dicembre – sia il più breve possibile.
Il consorzio attende l’acquisizione del terreno e dunque i 40 giorni da oggi. La promessa è poi di costituire un “consorzio” parallelo all’attuale Sviluppo Campania con già sette aziende presenti compresa Adler che produrrà sedili per bus, batterie e panelli solari flessibili garantendo entro un anno di mettere in produzione tutti gli attuali 320 operai ex Whirlpool rimasti. Un numero che potrebbe diminuire a causa dell’offerta della multinazionale americana con una buonauscita aumentata in cambio della rinuncia a impugnare i licenziamenti in tribunale.
Ma di tutto questo i lavoratori di via Argine discuteranno oggi e lunedì in assemblea.