Se le donne governassero il mondo entreremmo alla stazione centrale guidate da indicazioni composte con l’alfabeto di corpi nudi ispirato all’opera di Tomaso Binga, andremmo a prendere i bambini in un edificio scolastico a forma di ovaie con fumi colorati che segnalano l’ora d’uscita, ascolteremmo Alice Coltrane e PJ Harvey nella metro, sentiremmo le news sulle decisioni prese nella camera della pace al femminile di Yael Bartana. Ed ecco che alcune artiste mettono in opera queste visioni, anzi come Judy Chicago aspettano già da una quarantina d’anni di vederle realizzate, e si esercitano collaborando con chi se lo può permettere, il super lusso di Dior. L’alta moda sta ricamando l’importanza della 194, i no means no, i nomi delle escluse dai premi oscar & cesari. I cui fautori e vincitori annusano l’antifona e si imbellettano, corrazzati di cliché e regole da loro promulgate, rifuggono dietro capri espriatori vintage. Così da usare un controverso emblema della storia del cinema recente come simbolo sacrificale. Solo che adesso, finalmente, la storia siamo noi e abbiamo cominciato a scriverla ovunque anche in pompa magna con mezzi e livelli di divulgazione finora raramente accessibili direttamente. La mecenate Maria Grazia Chiuri ha il compito di occuparsi delle donne nel migliore dei modi e questo fa, insieme ad artiste che non aspettano la commissione a zero artist fee, dall’istituzione di turno o dal porta borse timorato, ma prevedono le spese e trattano direttamente: il deal per la messa in opera, la realizzazione in subappalto equo e solidale a lavoratrici informali indiane e il rimbombo mediatico. By any means necessary, come diceva un proto femminista intersezionale di nome Malcom X. Anche lui una quarantina d’anni fa. In senso biblico e cabalistico il 40 indica periodi di prova o purificazione o del tempo speso alla presenza di dio, dopo il quale si è pront@. Se le donne guidassero il mondo il più grande sindacato di lavoratori di un paese evoluto non si sognerebbe di declinare un invito a scioperare di NUDM mancando di sostenere i diritti imprescindibili delle sue iscritte e del 50% della società in cui opera, non le tratterebbe ancora come ‘soggetti imprevisti’, affiderebbe a loro le campagne politiche, come Dior. La commissione di garanzia di degna sopravvivenza del governo elargirebbe fondi ogni mese a contrastare abusi soprusi e violenze di genere. Come sarebbe il mondo se le donne ne fossero la guida? Oltre a quelli già realizzati dovrebbe diventare un titolo per centinaia di artiste, tutte dovremmo fare un lavoro con questo titolo, tanto per tenerci allenate che la svolta epocale, cominciata appunto quaranta anni fa, è in pieno corso.