Arriveranno questa mattina nel porto del capoluogo jonico a bordo della nave Phoenix: sono 415 persone, delle quali 39 donne, 15 minori non accompagnati e 22 accompagnati. L’arrivo è previsto intorno alle 13 al molo San Cataldo di Taranto. I migranti provengono dal Marocco, Sudan, Siria, Nigeria, Pakistan, Ghana, Iraq, Eritrea, Mali, Palestina, Etiopia, Togo e Tunisia. Gran parte di loro troverà alloggio in strutture della Toscana e della Campania, mentre gli altri saranno accolti nelle altre province pugliesi.

Le operazioni di accoglienza, per garantire i controlli sanitari e l’assistenza a tutti i migranti che arriveranno quest’oggi, sono state definite ieri mattina nel corso di una riunione in Prefettura. Appena due giorni fa erano sbarcati altri 453 migranti a bordo della nave militare tedesca Holstein, mentre cinque giorni fa a bordo dell’unità navale Denaro della Guardia di Finanza arrivarono altri 73 migranti. Lo scorso 2 agosto invece, giunsero in 550 a bordo della nave della Marina Militare Sirio: si trattava di profughi di varie nazionalità (Burkina Faso e Costa d’Avorio in prevalenza), di cui 334 uomini, 193 donne e 23 minori.

Ma gli sbarchi nella città ionica proseguono interrottamente da oltre un anno oramai. Gli arrivi hanno superato soglia 10mila soltanto nei primi 8 mesi di quest’anno, ma la macchina organizzativa messa in piedi dal Comune, Forze dell’Ordine, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale, Asl, Croce Rossa, Caritas e associazioni di volontariato, ha sempre funzionato senza alcun intoppo.

Non è un caso se nei mesi scorsi era trapelata la notizia secondo cui il Viminale avesse individuato proprio nel porto di Taranto lo spazio ideale per realizzare un hub di identificazione di migranti nel sud Italia. Nei progetti del governo si è pensato di allestire qui un’area capace di accogliere almeno 500 persone per un periodo di tempo che varia tra le 48 e 72 ore. Questa struttura d’accoglienza dovrebbe servire per ospitare i profughi, dove resteranno il tempo necessario per le procedure di identificazione.

Solo successivamente alla verifica sull’identità verranno valutate le richieste di asilo politico e la destinazione finale. Il progetto del governo al momento sembra essersi arenato, visto che non se n’è più parlato: ma il continuo afflusso di migranti lascia presagire che possa essere ripreso in considerazione a breve.

Taranto, dunque, non è solo la città dell’Ilva, dell’Eni, della Cementir, della Marina Militare, delle tante discariche presenti sul territorio. È anche e soprattutto una città accogliente, solidale. La città non possiede strutture in grado di ospitare a lungo i migranti, ma oltre ad accoglierli prova in tutti i modi a rendere la loro permanenza il più facile possibile.

A decine infatti si recano nelle strutture presenti in città, portando non solo beni di prima necessità, ma offrendo il loro tempo per aiutare e sostenere i migranti nelle ore immediatamente successive allo sbarco. Singoli cittadini che si organizzano su un gruppo facebook chiamato, appunto, «coordinamento aiuti Taranto» o come la #CampagnaWelcomeTaranto, rete informale di attiviste e attivisti che ha anche realizzato all’interno di una struttura cittadina un’area wi-fi gratuita per i migranti. Un modo come un altro per farli sentire più vicini a casa. E soprattutto meno soli.