Il Wefaq, il maggior partito di opposizione del Bahrain, ha sospeso ieri la sua partecipazione alle trattative con il governo in segno di protesta per l’arresto del suo vice leader Khalil al Marzouq.  La polizia intende tenere in prigione al Marzouq per 30 giorni, per «istigazione al terrorismo». Wefaq ha annunciato il boicottaggio del dialogo nazionale avviato dalla monarchia al Khalifa per tamponare la protesta popolare pro-democrazia cominciata nel febbraio 2011. I colloqui sono impantanati in questioni procedurali, con l’opposizione che non riesce a porre sul tavolo le sue richieste principali. Per questa ragione cresce tra i più giovani la diffidenza verso i colloqui e lo stesso Wefaq, accusato di essere troppo “morbido” con il regime. La protesta cominciata per ottenere piena uguaglianza tra la minoranza sunnita al potere e la maggioranza sciita discriminata, è diventata sempre di più parte della lotta tra Arabia saudita e Iran per il controllo regionale. Riyadh due anni fa inviò mille soldati e mezzi blindati a sostegno della sanguinosa repressione avviata da re Hamad al Khalifa che sino ad oggi ha fatto un centinaio di morti, secondo le cifre fornite dall’opposizione. Il Bahrain ospita la V Flotta degli Stati Uniti ed è visto in Occidente come un alleato chiave.