La vecchia Europa, il tour degli Economisti Sgomenti

La crisi, in Europa e in Italia, ha colpito soprattutto i giovani, cancellando le opportunità di lavoro – la disoccupazione giovanile nel nostro paese è al 41 per cento – e ogni prospettiva di vita non precaria. Se ne è discusso ieri, a Roma, nel corso di un incontro organizzato dalla Campagna Sbilanciamoci! – che raccoglie 50 associazioni – e la rete di “Economisti sgomenti” francesi (in Italia per presentare il loro ultimo libro, “Changer l’Europe”), in collaborazione con la “Rete europea degli economisti progressisti” (Euro-pen). Oggi (venerdì 24) si replica a Firenze (Istituto Universitario Europeo, Badia Fiesolana, Via dei Roccettini 9, Fiesole, dalle 15 alle18) con un workshop a cui partecipano Mireille Bruyère, per gli Economisti Sgomenti, e Domenico Mario Nuti, docente all’Istituto Universitario Europeo. Per consultare il programma www.sbilanciamoci.info

L’Europa che (forse) verrà 

L’Europa dei popoli che tutti vorremmo. È dedicata a questo tema la storia di copertina del numero 3/2014 di Rassegna Sindacale, settimanale della Cgil. Che ospita una lunga e ragionata intervista a Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo dal 2012, realizzata da Maria Antonia Fama e Altero Frigerio di Radioarticolo1. schulz che alla vigilia delle elezioni europee «disegna» l’Unione per quello che dovrebbe essere. Tra gli altri articoli che si possono leggere, C’è il contributo dello scrittore e giornalista greco Dimitri Deliolanes che descrive quello che l’Europa non dovrebbe essere e che invece è stata: con i tagli e l’austerity imposti dalla troika che hanno sconvolto il tessuto sociale della Grecia (ma non solo, naturalmente). Infine, Salvo Leonardi, ricercatore Ires Cgil, si interroga su ruolo, limiti e prospettive dei sindacati in Europa. Con alcuni importanti spiragli: un modello di contrattazione sovranazionale, europea, che sta cominciando a cogliere qualche primo risultato in tema di diritti e condizione dei lavoratori. Rassegna Sindacale è in abbonamento. Si può acquistare la singola copia in Pdf nello shop digitale (www.rassegna.it/shop/) o dall’applicazione di Rassegna, scaricabile sia per Ipad che per Galaxy.

La sciarada del libero scambio Usa-Ue

Dai negoziati di Doha, falliti principalmente a causa del rifiuto degli Stati uniti di eliminare i lauti sussidi al mondo agricolo, arrivano quelli per il Trattato di partnership transatlantica (Ttip). Alla luce della storia recente appare dunque chiaro che l’obiettivo non è quello un’area di libero scambio tra Usa e Europa, ma piuttosto quello di mantenere il regime di scambi funzionale agli interessi che hanno a lungo dominato la politica commerciale occidentale. Joseph Stiglitz da www.sociale-europe.eu

100 Ong contro la pressione “giudiziaria” delle multinazionali sull’autonomia degli Stati

Oltre 100 Ong chiedono ai negoziatori americani e europei di non includere nel futuro accordo di libero scambio (Ttip) la clausola che permette alle multinazionali di chiamare in giudizio in tribunali internazionali e “a porte chiuse” gli Stati sovrani che attuino provvedimenti da esse ritenute contrarie ai propri interessi e investimenti e per i quali non si sentano tutelate dalle decisioni dei tribunali locali. Da www.valori.it

Vent’anni di Nafta: un disastro per i lavoratori

L’Accordo nordamericano per il libero scambio, o Nafta, è stato la porta d’ingresso attraverso cui i lavoratori americani sono stati spinti nel mercato del lavoro neo liberale globale. Fissando il principio che le imprese americane potevano trasferire la produzione altrove e vendere i loro prodotti nuovamente negli Stati Uniti, l’accordo NAFTA ha minato il potere contrattuale dei lavoratori americani che aveva guidato l’espansione della classe media dalla fine della seconda guerra mondiale. Il risultato è stato 20 anni di salari stagnanti e di redistribuzione del reddito, della ricchezza e del potere politico verso l’alto. Jeff Faux da www.tradegame.com

La Grecia e le elezioni europee

Cosa accadrà in Grecia dopo le elezioni europee che, non senza una buona dose di ironia della storia, si svolgono proprio mentre il paese avrà la presidenza dell’Unione europea? Se Syriza vincerà alle elezioni del Parlamento europeo, Alexis Tsipras, il leader del partito, ha detto chiaramente che non riconoscerà il mandato di governo della coalizione formata da Nd e Pasok.
Takis S Pappas da www.opendemocracy.net

Nel Regno Unito lavoratori sempre più poveri

Nonostante i dati mostrino una disoccupazione in calo, circa 13 milioni di inglesi vivono in condizioni di povertà, e di questi 6,7 milioni vivono in una famiglia con almeno un adulto al lavoro. La denuncia del Rapporto sulla povertà e sull’esclusione sociale, curato dal New Policy Institute.
Mischa Wilmers da www.equaltimes.org

Hollande e le sfide dell’economia francese

La Francia è spesso citata come “il malato d’Europa”. La bassa crescita, le finanze pubbliche deteriorate, i crescenti problemi di competitività, una strutturale incapacità di riformare un’economia eccessivamente regolamentata. Riforme che, è inutile dirlo, aprirebbero la strada a una nuova era di crescita, di alta produttività, e di ricchezza. François Hollande inizia la seconda metà del suo mandato presidenziale aderendo a questo punto di vista. Francesco Saraceno da keynesblog.com

Oltre il PIL

“Mobilitiamoci per andare oltre il Prodotto interno lordo” è il contenuto di un articolo pubblicato il 16 gennaio scorso sulla rivista Nature e firmato dal network Alliance for Sustainability and Prosperity di cui fa parte anche l’attuale ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Secondo il primo firmatario, l’economista statunitense Robert Costanza, i lavori svolti in questi anni per elaborare nuove misure del progresso hanno portato ormai a una convergenza di risultati, con il concorso di diverse scienze, dall’ecologia alla psicologia. Ora resta da risolvere il problema politico: far sì che i nuovi indicatori vengano concordati e adottati universalmente. Secondo gli esperti un’occasione da non perdere è quella dei lavori in corso alle Nazioni unite per fissare, entro il 2015, i nuovi obiettivi globali per l’umanità. Da Nature http://www.nature.com/nature/current_issue.html