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Anche lo Spiegel dice no al Ttip Cresce sempre più l’opposizione al Ttip, il nuovo accordo di libero scambio commerciale trans-atlantico, che riguarderà 800 milioni di persone e quasi un […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 31 gennaio 2014

Anche lo Spiegel dice no al Ttip
Cresce sempre più l’opposizione al Ttip, il nuovo accordo di libero scambio commerciale trans-atlantico, che riguarderà 800 milioni di persone e quasi un terzo del commercio mondiale. Alla “Nato del commercio” abbiamo dedicato uno speciale per approfondire contenuti e conseguenze. All’indomani della conclusione del terzo round di negoziati, diverse ong, associazioni ambientaliste, dei consumatori e dei diritti umani si stanno già organizzando per contrastare il patto. L’eco delle proteste è arrivato anche a Bruxelles, dove vari parlamentari europei hanno cominciato a denunciare l’opacità dei negoziati. Qualche economista ha azzardato delle previsioni, stimando in soli 120 milioni di euro (appena lo 0,5% del Pil dell’Unione europea) l’impatto del Ttip sulla crescita economica del Vecchio Continente.
Da Spiegel International (http://www.spiegel.de/international/business/criticism-grows-over-investor-protections-in-transatlantic-trade-deal-a-945107.html)

Welfare e lavoro: Europa futura
Venerdì 31 gennaio, alle ore 10,30, presso il Palazzo delle Stelline di Milano (Corso Magenta 59) RadioArticolo1 invita all’analisi dell’ambivalente sentimento tra “L’Europa lontana dai cittadini” e “L’Europa che dovrebbe essere”. Ne parlano Susanna Camusso, segretario generale Cgil, Silvano Andriani, presidente Cespi, Cristina Tajani, assessore al lavoro del Comune di Milano, Maurizio Ferrera, Scienze politiche economiche e sociali Univ. di Milano. Nel corso dell’incontro sarà presentato lo studio realizzato dall’Istituto Tecnè dal titolo “Gli italiani e l’Europa”, realizzato e introdotto dal presidente Carlo Buttaroni. L’iniziativa è trasmessa in diretta streaming audiovideo su RadioArticolo1.it, accompagnata da un’intervista esclusiva al Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. Giovedì 30 gennaio Elleradio, l’approfondimento quotidiano di RadioArticolo1 in onda ogni giorno dalle 12 alle 13, si occuperà di “Garanzia giovani, una speranza dall’Europa”. Tra gli ospiti ci saranno Salvatore Marra, presidente “Giovani-Ces”; Margherita Bussi, ricercatrice dell’Etui (European Trade Union Institute); Emilio Reyneri, Univ. Bicocca Milano. In studio Andrea Brunetti, Giovani Cgil. Conduce Martina Toti. Tutti i programmi sono disponibili in podcast sul sito RadioArticolo1.it.

Ue, Italiacampione di infrazioni
L’Italia detiene il record per il maggior numero di infrazioni a suo carico aperte dall’unione europea, 110. Rispetto alla Germania ha ricevuto oltre il triplo delle sanzioni per aver recepito in ritardo precise direttive (36 contro 11). A causa di ripetute crisi di governo, per due anni consecutivi (2011 e 2012) non ha emanato la cosiddetta “legge comunitaria”, necessaria per introdurre nel proprio ordinamento obblighi e principi derivanti dall’Unione europea. Eppure, il nostro Paese è tra i migliori interpreti dello schizofrenico ritornello «ce lo chiede l’Europa». In certi casi infatti l’incidenza di quella fonte normativa chiamata “Europa” – prevista dal Trattato sull’Unione europea e del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ovvero il Trattato di Lisbona, in vigore dal 2009 – si è rivelata nulla, del tutto imponderabile. Per certi versi sconosciuta. Basti pensare che il nostro Paese è stato giudicato – da uno studio sull’applicazione della legislazione europea curato dal Parlamento europeo – il peggiore in materia di «comunicazione trasparente dei passaggi normativi a livello comunitario». Da www.altraeconomia.it (http://www.altreconomia.it/site/fr_rivista_detail.php?intId=159)

 

L’austerity che uccide i diritti

Fra raccomandazioni del semestre europeo e diktat della troika, ben 18 paesi dell’Unione su 28 hanno dovuto fare più o meno i conti con un interventismo europeo senza precedenti, per metodi e contenuti, non contemplati nei Trattati. Salari e contrattazione collettiva, mercato del lavoro e sistemi pensionistici, sono stati al centro di una governance che ha fatto della svalutazione salariale interna, dei tagli alla spesa pubblica e della destrutturazione del diritto del lavoro i suoi infausti capisaldi. Mentre da parecchi anni è dovunque in corso uno spostamento ricchezza ai danni del mondo del lavoro, attestato da una diffusa paralisi delle dinamiche salariali, contestuale a una crescita esponenziale della disoccupazione, della precarietà e della povertà.
L’analisi su www.rassegna.it

Problemi di «Austeria»
Riuscirà l’Unione europea a cambiare la rotta verso cui sembra precipitare, mano a mano che ci si avvicina alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo? Alcune ruote si stanno staccando dal carro dell’austerità di matrice europea, e la prima è la rispettabilità della comunità economico scientifica. Una lunga analisi sul sito open democracy, che ribattezza “Austeria” una comunità europea per ora davvero integrata solo sotto il segno delle politiche di austerità.
http://www.opendemocracy.net/can-europe-make-it/john-grahl/trouble-in-austeria

Reinventare la vita a partire dal lavoro
Dalle esperienze argentine ai primi tentativi italiani nell’era della grande recessione. Una breccia nel muro del capitalismo in grado di mettere in discussione la relazione tra «padroni» e «lavoratori» e di provocare un corto circuito intorno al lavoro. Un ricco dossier sull’esperienza delle fabbriche recuperate è quello che propone Comune.info, che ha dato vita a un gruppo di studio attraverso il quale ripensare principi e pratiche, raccogliere analisi, dati, storie, confrontare contesti e perfino normative. Studiare e immaginare nuovi percorsi che possono riguardare il nord come il sud del mondo, e soprattutto reinventare la vita a partire dal lavoro. Intanto, oggi e domani alla Fralib di Géménos, in Provenza a una trentina di chilometri di Marsiglia, si svolgerà il primo raduno delle fabbriche recuperate europee, in particolare del sud. L’obiettivo è quello di creare una rete europea delle fabbriche recuperate. Ne daremo conto sul manifesto nei prossimi giorni.
http://comune-info.net/2013/07/imprese-autogestite-reinventare-la-vita-dal-lavoro/

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