In questi ultimi dieci anni il fenomeno podcast, programmi audio scaricabili online e fruibili anche attraverso il proprio smartphone, si è allargato a macchia d’olio investendo tutti i campi dello scibile umano, dalla tecnologia alla letteratura, dalla medicina allo sport. Anche se programmi «radiofonici» o registrazioni disponibili per l’ascolto in rete esistevano già da molti anni prima, è nel 2005 che il podcast diventa un nuovo elemento nel mediascape contemporaneo.
Un ulteriore sviluppo  arriva due anni dopo con l’avvento dello smartphone, tecnologia che offre la possibilità di ascoltare il proprio podcast preferito in viaggio o negli spostamenti quotidiani. Benché in un certo senso si tratti di un’evoluzione di un certo modo di fare radio, si tratta allo stesso tempo di qualcosa di diverso: la facilità con cui è possibile realizzare il proprio podcast, un microfono e la voglia di dialogare con qualcuno su un certo argomento, e la totale indipendenza del mezzo permettono un livello di approfondimento e specificità davvero mai incontrato prima nelle radio.           

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Uno degli ambiti in cui i podcast hanno saputo evolversi di più sviluppando tutte le potenzialità del mezzo è quello della cultura cinematografica. Sebbene in Italia esistano naturalmente alcuni programmi radiofonici/podcast che parlano di film, Hollywood Party è forse quello più famoso, ma anche Viaggio nella Luna su Radio Talpa, Ricciolino ed il divertente Le Precensioni, l’enorme produzione in lingua inglese ha permesso a molti di questi programmi di raggiungere livelli qualitativi e di nicchia davvero sorprendenti. Questo anche perché molti di questi non sono l’evoluzione della radio ma la naturale estensione e mutazione del fenomeno della critica online, la massa infinita di blog o riviste che da due decenni a questa parte contribuiscono al discorso cinefilo in rete.

Forniremo di seguito solo un piccolo esempio di quello che i podcast in lingua inglese possono offrire: una possibile pista di esplorazione dove il discorso sulla cultura cinematografica viene prodotto, una sorta di mare magnun dove essere continuamente immersi. Spesso queste conversazioni online si legano ad un altro discorso molto interessante, quello riguardante i cosiddetti physical media, DVD e Blu-ray, e la loro evoluzione nell’epoca dei servizi streaming.

Proprio in questo senso uno dei podcast più meritevoli di attenzione è CriterionCast, in realtà un vero e proprio network creato da Ryan Gallagher e dedicato ad esplorare i film dell’etichetta The Criterion Collection in programmi che trattano singoli film, periodi storici e che ha anche un podcast settimanale, condotto da Aaron West, che parla di nuove uscite e di notizie relative alla settima arte in genere.
Pure Cinema Podcast è un podcast dove i due padroni di casa Elric Kane e Brian Saur, talvolta con qualche ospite di rilievo, discorrono di cinema popolare e di genere, spaziando anche però dai film di serie B alle commedie anni ottanta fino ai grandi capolavori della settima arte.

Ancora più vasta è la gamma di film toccata da James Hancock col suo Wrong Reel, con una produzione quasi bisettimanale di podcast dove si parla con alcuni ospiti proprio di tutto, dagli ultimi film Marvel a Tarkovsky, dagli spaghetti western fino al cinema di Andrzej Zuławski.
Di tutt’altra impostazione The Cinephiliacs, un podcast a cadenza mensile condotto dal critico Peter Labuza, più incentrato su film d’autore, avanguardia e sperimentazione, dove il focus è spesso la cultura cinematografica in sé e non solo la singola pellicola.

Un approccio molto interessante è quello adottato da Ericca Long and Cole Roulain in The Magic Lantern, programma bimensile in cui in ogni puntata si discute di un film in particolare: popolare, horror, d’autore o classico. Molto particolare è il progetto iniziato nel 2014 da Lady P. e Martin Kessler con Flixwise, podcast che analizza in ogni sua puntata tutta la lista dei migliori film stilata nel 2012 dalla prestigiosa rivista britannica Sight & Sound. Da questa parte dell’Atlantico, i podcast finora menzionati sono tutti prodotti negli Stati Uniti.   

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In Gran Bretagna invece troviamo The Cinematologists, podcast di due studiosi e professori di cinema, Dario Llinares e Neil Fox, incentrato spesso su film d’autore o produzioni indipendenti provenienti da territori geografici solitamente marginali ed emarginati. Interessante come il programma si leghi in ogni sua puntata a delle proiezioni e discussioni fatte in alcune sale d’essai dove podcast, critica online e lavoro cinefilo sul territorio si coagulano quindi in un perfetto amalgama. Proprio questo modello ci aiuta a ragionare sui podcast come evoluzione del discorso sul cinema portato avanti in rete e sui giornali cartacei e su come possiedano le potenzialità di funzionare da attrattori e veri e propri motori per un modo nuovo di esperire e produrre la cultura cinematografica nel terzo millennio.