Aaron Alexis, consulente del settore tecnologico, avrebbe agito da solo e per ritorsione perché il suo contratto non era stato rinnovato. Ma altre fonti lo definiscono affetto dal cosiddetto «post-traumatic stress disorder», la sindrome che colpisce soprattutto i militari operativi su scenari di guerra. tanti sono i casi di soldati veterani dell’Iraq e dell’Afghanistan (per non parlare del Vietnam).
E a quanto pare non ci sono complici, ha agito da solo Aaron Alexis, l’uomo che ieri ha compiuto una strage dopo essersi introdotto al Navy Yard di Washington. Lo ha dichiarato ieri il capo della polizia Cathy Lanier: «Abbiamo un’unica persona responsabile per la perdita di vite umane». Il bilancio finale è di tredici vittime e otto feriti. Tra i morti c’è anche Alexis, ucciso dai cecchini delle forze di sicurezza.
Vincent Gray, il sindaco di Washington, in una conferenza stampa nella notte, ha detto che le vittime del massacro avevano tra i 46 e i 73 anni, mentre degli otto ricoverati solo tre sono stati feriti da colpi di arma da fuoco. Il responsabile del massacro è un 34enne reduce della Marina al quale, anche se non è emerso alcun particolare di partecipazione a scenari di guerra, era stato diagnosticato il «post-traumatic stress disorder». L’uomo, ha confermato la Marina, lavorava alla Navy Yard, il quartiere generale della Marina militare, con un contratto a tempo determinato come «consulente tecnologico». Ma secondo alcune fonti aveva recentemente perso il posto. Non è indifferente, perché questo potrebbe essere stato il fattore scatenante la follia assassina.
Per Alexis non era la prima volta, era infatti già stato protagonista di una serie di incidenti legati all’uso di armi che comunque non ne avevano compromesso il lavoro alle dipendenze dello Stato. Nel 2004 era stato arrestato a Seattle per aver sparato alle gomme di un camion di una ditta di costruzioni parcheggiato vicino casa sua. Allora disse alla polizia di aver avuto un black-out mentale a causa della rabbia e di essere rimasto sconvolto «per l’11 settembre» del 2001. Secondo la testimonianza del padre, Alexis aveva anche partecipato alle squadre di soccorso dopo gli attentati alle Torri gemelle. L’uomo non fu mai incriminato per la sparatoria di Seattle.
Alexis, che risulta essere stato buddista, aveva servito in Marina dal 2007 al 2011. Fino al trasferimento quattro mesi fa a Washington, aveva vissuto quasi sempre a Fort Worth, in Texas, dove 3 anni fa fu coinvolto ancora in un’altra sparatoria. L’uomo aprì il fuoco contro l’appartamento del suo vicino, ma non fu incriminato perché si giustificò con la polizia dicendo che il colpo era partito accidentalmente mentre puliva l’arma.