La Camera ha avviato la discussione generale sul decreto che ha abrogato i voucher e ripristina la responsabilità solidale negli appalti. Il primo via libera è atteso per oggi. Il testo passerà all’esame del Senato e deve essere convertito in legge entro il 16 maggio. E oggi, a piazza Montecitorio a Roma dalle 14.30, la Cgil terrà un presidio. Corso Italia non smobilita e attende di vedere le carte del governo, in particolare quelle che dovranno colmare il vuoto legislativo creato dalla decisione di evitare il referendum, Sabato, al Teatro Brancaccio di Roma, si svolgerà l’attivo nazionale dei quadri e delegati del sindacato per rilanciare la «Carta dei diritti universali del lavoro».

Visti i tempi ristretti nel recinto del Palazzo si torna a discutere sulle alternative ai «buoni lavoro». E volano schiaffoni tra gli alfaniani di «Alternativa Popolare» e gli scissionisti del Pd, capitanati da Bersani oggi in Mdp. I primi proporranno oggi un progetto di legge che si annuncia temibile: liberalizzazione del lavoro a chiamata, introduzione dei «mini jobs» alla tedesca e, in più, bonus mirati alle famiglie che sostituiranno i voucher. Se passasse questo modello, la ritirata clamorosa del governo Gentiloni sui buoni lavoro sarebbe in effetti una vittoria di Pirro per i promotori del referendum. Bersani ha polemizzato con questa soluzione e ha avvertito Gentiloni: nessuna intesa con gli alfaniani. «Il decreto si può fare – ha detto l’ex Pd che sostiene il governo Gentiloni – si può anche discutere di un provvedimento di questo genere, ma così non va, non è convincente sui contenuti. Bisogna parlare di contenuti. Il tema è questo: i contenuti».

Ma sono proprio i «contenuti» di Bersani a non piacere a «Alternativa Popolare». Per Maurizio Lupi, capogruppo di Ap alla Camera, «Bersani è ideologico. È sempre stato l’opposizione interna al Pd e per questo c’è stata la scissione. È un problema di Bersani. I voti ci sono senza di lui. Questa maggioranza in ogni caso non si regge con Bersani, è una maggioranza che vede una presenza qualificante e determinante di Ap con le sue proposte e i suoi valori». Lupi assicura che l’accordo con il governo regge: «Ieri con Gentiloni c’è stato un colloquio serio e franco: ha riconosciuto esattamente la natura di coalizione di governo e le ragioni di Ap per darsi una nuova normativa entro il 15 maggio per colmare un vuoto» post-voucher.

Ma non è detto che si vada verso l’introduzione dei «mini-jobs». Più probabile una forma «mista» di regolamentazione delle prestazioni di lavoro accessorio e occasionale, per famiglie e imprese. Il ministro del Lavoro Poletti conferma «l’intenzione del governo di attivare rapidamente un confronto con le parti sociali».