Dopo tanto parlare, i fatti. Nel silenzio elettorale di commentatori, giornali, radio e tv, gli elettori si sono recati alle urne per eleggere i 650 deputati alla Camera dei Comuni in un clima di relativa tensione, con lo strascico degli attentati, e con un insolito dispiego di forze dell’ordine.

Si è votato nelle varie stazioni elettorali ricavate da scuole, palestre, pub, perfino lavanderie a gettone. Anche se era una partita a due fra Labour e Tories, si sono presentati in 68 partiti e 191 candidati indipendenti, portando il numero totale dei candidati a 3.304, 664 in meno del 2015.

Fin dal mattino si sono create file ai seggi. Nella capitale, la Metropolitan Police ha disposto in ogni circoscrizione un’operazione di polizia dedicata.

È piovuto su molte zone del Paese e se questo sulla carta non dovrebbe influire sull’affluenza degli adulti, potrebbe avere una ricaduta sul voto dei giovani, di cui Corbyn ha particolarmente bisogno.

Ci sono stati livelli record di iscrizioni al registro elettorale il giorno prima che chiudesse, con più di 600mila nomi aggiunti nelle ultime 24 ore: un incremento del 20% rispetto allo stessa percentuale calcolata prima del referendum del 7 giugno 2016 e il cui esito avrebbe sancito la Brexit. Cifre che indicavano un’impennata nel numero di giovani elettori nella fascia d’età tra 18 e 34 anni.

I due leader hanno votato di buon mattino. Nei rispettivi collegi e all’uscita dal seggio nei loro volti si rifletteva la rispettiva esperienza di questa straordinaria campagna elettorale: la tensione del favorito e la serenità dello svantaggiato.

Theresa May ha votato a Maidenhead, nel verde e opulento Berkshire: è uscita dal seggio in perfetto May mode col marito portatile, tesa e contratta, come una che teme di perdere anche mentre vince.

Ma ha svolto una campagna nei marginal seats, i seggi in bilico, e nelle zone del nord un tempo feudi Labour: un chiaro segno di confidenza e determinazione che contrasta con la campagna di Corbyn, che ha giocato tutto sulla difesa andando a parlare nelle zone per lui elettoralmente solide.

L’aggressività della campagna di May sembrava essere corroborata dalla sterlina, che nelle ultime due settimane si è sollevata sul dollaro, segno che «i mercati» credono nella stabilità prospettata da una vittoria della premier in carica.

Il portamento della premier era in netto contrasto con quello di Jeremy Corbyn. Recatosi da solo al seggio della sua Islington, ne è uscito sereno, sorridente, con l’espressione di soddisfazione di chi sa di aver vinto pur sospettando di perdere.

Nella sua circoscrizione di Hackney ha votato anche Diane Abbott, già ministro ombra dell’interno che aveva dato due infelici interviste (non ricordava dati quantitativi sui tagli dei Tories alla polizia) che sono state usate dalla stampa mainstream per stroncare sul nascere la credibilità del team di Corbyn sugli aspetti nudi e crudi della gestione del potere.

Abbott, amica personale del segretario da una vita, si era ritirata dalla campagna per motivi di salute. È stata sostituita da Lyn Brown, che fino a poco prima ricopriva la carica di ministro ombra della polizia.

Tim Farron, successore di Nick Clegg alla guida dei Libdem, che puntando tutto sul secondo referendum sulla Brexit avrebbe dovuto guidare il 48% dei remainer sotto le capaci ali del suo partito, ha votato a Kendall, mentre Caroline Lucas, leader dei Verdi ha votato nella liberale, ricca e pseudo-alternativa Brighton. Nicola Sturgeon a Glasgow. Paul Nuttall, successore di Nigel Farage al timone dell’Ukip, a Cogleton, nel Cheshire, regione rurale anch’essa nel nord-ovest.

Primo exit poll delle 23.15

Secondo i primissimi exit poll, da prendere come sempre con le pinze, le elezioni anticipate si rivelerebbero una sconfitta per Angela May, con un parlamento paralizzato (hung parliament) e senza una maggioranza chiara.

uk2017 PRIMO EXIT POLL

A Westminster la maggioranza è di 326 seggi su 650.

Conservatori: -17 seggi, da 331 a 314

Laburisti: +34, da 232 a 314

Snp (Scozia): -22, da 56 a 34

LibDem: +6, da 8 a 14

Pc (Galles): +3, da 0 a 3

Verdi: +1, da 0  a 1

Ukip: -1, da 1 a 0