L’unica cosa certa è che ognuno è rimasto sulle sue posizioni, quindi che il M5S continua a essere spaccato sul cosa fare con la crisi di governo. Alle 19, quando la riunione dei senatori pentastellati è finita e quella congiunta con i deputati ancora non è cominciata, Nicola Morra sfoggia tutto il suo ottimismo assicurando che il gruppo voterà compatto No alla fiducia a Letta. «Il Movimento non voterà né per Letta bis né per un governo di scopo», dice l’ex capogruppo al Senato per il quale l’unica via percorribile è quella delle urne, come indicato anche ieri da Beppe Grillo. La scena sarebbe credibile se proprio vicino a Morra un altro senatore M5S, Lorenzo Battista, parlando con i cronisti non facesse capire che in realtà le cose stanno in tutt’altro modo: «Per me non si può andare a votare: così si spendono un sacco di soldi senza risolvere nulla», dice facendo arrabbiare la collega Laura Bottici.
La tensione nel M5S è altissima. E a peggiorare il clima ieri ci è messa anche l’assenza alla riunione di Grillo che, pure essendo a Roma dove in mattinata fa un blitz alla Rai facendosi ricevere dal dg Gubitosi, evita però accuratamente di partecipare all’incontro con i suoi parlamentari. Una scelta che non è piaciuta a coloro che, da tempo, chiedono un confronto più stretto con il leader senza riuscirci. Fabrizio Bocchino, uno dei senatori dissidenti, ne parla apertamente alla riunione, chiedendo conto dell’assenza dell’ex comico, mentre un altro senatore si sfoga con le agenzie: «E’ assurdo, apprendiamo la linea politica dal blog e ci viene negato un confronto anche in ore decisive come queste».
Nessuno in realtà, tra i pentastellati voterebbe mai un Letta bis senza nessuna contropartita in cambio.
Ma per molti di loro è difficile anche solo pensare di tornare al voto con il Porcellum. «Servirebbe solo a creare una situazione simile a quella di oggi, che non è utile per il paese», spiega un altro senatore dialogante, Francesco Campanella, che però non vede bene neanche un governo di scopo. «Approvare la legge di bilancio non è una questione puramente tecnica come per la legge elettorale; va a incidere profondamente sulla vita delle persone». Quindi? «Quindi spero che il Pd la smetta di comportarsi come ha fatto in questi mesi e accetti di ragionare su un governo formato da personalità estranee a questi partiti e capaci di dare risposte al Paese. In questo caso le cose cambierebbero. La maggioranza del movimento 5 stelle, e parlo degli attivisti, chiede un governo con caratteristiche più alte e diverse da quello attuale. Con la consapevolezza che un governo senza il Pd non si può fare».