Per capire che aria tira a Massa, può essere utile la riflessione di Nicola Cavazzuti, candidato sindaco di Potere al Popolo, sui principi costituzionali e in primis il diritto al lavoro, argomento cardine in una città piegata da un’altissima disoccupazione. “Abbiamo chiesto agli altri candidati di esprimere la adesione a quei principi, per rispetto a chi ha dato la vita affinché ci fosse democrazia, per rispetto alla Carta. Abbiamo raccolto un silenzio imbarazzante e forse imbarazzato, solo Alessandro Volpi ha raccolto il nostro appello”.
Volpi è il sindaco uscente, eletto cinque anni fa al primo turno con il 54,2% dei consensi, nato politicamente come civico e sostenuto all’epoca da Pd, Sel, Rifondazione, Psi e due liste civiche. Nel corso del suo mandato è riuscito, con un quotidiano lavoro per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua, a far dimenticare la disastrosa alluvione del 2012. Poi, per la prima volta dopo decenni, l’amministrazione comunale è riuscita ad approvare il nuovo regolamento urbanistico, in un settore che è da sempre croce (dei massesi) e delizia (dei costruttori edili) della città.
L’altra faccia della medaglia, anche se in questo caso l’ente locale non può molto, è rappresentato da una situazione economico-sociale da tempo oltre il livello di guardia. Effetto diretto dell’abbandono della grande industria di derivazione pubblica dal comprensorio, e dal fallimento dei periodici tentativi di reindustrializzazione da parte dei player privati, con l’unica seppur significativa eccezione della General Electric. Risultato: i dati Istat del 2017 sul “mercato” del lavoro vedono la provincia apuana fanalino di coda per tasso di disoccupazione, che con il 16% complessivo, e addirittura il 48% nella fascia giovanile, risulta il più elevato dell’intero centro-nord della penisola.
Guardando a questi dati diventa comprensibile il boom del M5S alle ultime elezioni politiche (30,3%), e anche quello della Lega (20,9%), forza trainante di un centrodestra arrivato al 36,3% . Mentre il Pd si è fermato al 20,3%, sfiancato per giunta dalla guerra a bassa intensità condotta per almeno due anni dalla sua componente renziana verso le altre anime dell’ex partitone tricolore. Quelle che, in ultima analisi, hanno puntato sulla ricandidatura di Volpi, che si presenta domenica alle urne con una coalizione di centrosinistra quasi al completo: c’è Mdp, c’è Sinistra italiana, e ci sono altre quattro liste civiche. Potrebbe mancare invece una parte del Pd attratta dalla candidatura civica di Sergio Menchini, che in partenza doveva correre alle primarie e poi ha deciso di andare avanti in solitaria, con quattro liste al seguito.
Per i Cinque stelle, che già amministrano la vicina Carrara, la corsa alle comunali è iniziata fin dal 5 marzo, con l’immediata scelta di Luana Mencarelli che ha avviato per tempo un capillare lavoro porta-a-porta. Nei suoi ultimi interventi pubblici Mencarelli si è detta convinta che il quadro nazionale, con il governo gialloverde M5S-Lega, non peserà sulla scelta dei suoi concittadini, nonostante che i flussi elettorali massesi indichino come gli elettori pentastellati siano arrivati per lo più da sinistra, e dallo stesso Pd.
A completare il quadro tripolare del voto di domenica un centrodestra a trazione leghista ma con il robusto apporto di Forza Italia, che da questa parti può contare su una catalizzatrice di voti come Deborah Bergamini. La scelta è caduta sull’avvocato Francesco Persiani, un “civico” scelto dai salviniani, cui spettava la decisione nel quadro della tripartizione delle candidature toscane di area Fdi a Pisa e di area Fi a Siena. L’obiettivo, va da sé, è quello di arrivare al ballottaggio, per poi raccogliere ulteriori consensi nella sfida finale o con Volpi o con Mencarelli.
Non mancano infine, visto che i candidati a sindaco sono ben dieci, di cui sei sostenuti da un’unica lista, gli outsider i cui voti potrebbero orientarsi da questa o quella parte nel sicuro ballottaggio del 24 giugno. Fra questi il Pc con Marco Bondielli, Casa Pound con Francesco Mangiaricina, il centrista Lorenzo Pascucci, e ancora i civici Andrea Biagioni e Pierpaolo Bertilorenzi, per finire con Nicola Cavazzuti, già consigliere comunale del Prc e ora con Potere al popolo.